Collegiata, un tesoretto nei depositi Nicola. Restaurate due opere antiche

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Dopo il quadro donato da Ermanno Cavaglià alla comunità di borgo Salsasio, un’altra buona notizia per il patrimonio artistico delle parrocchie carmagnolesi. Due antichi dipinti sono stati restaurati e restituiti alla Collegiata Ss. Pietro e Paolo; le tele, risalenti al XVII secolo, rappresentano rispettivamente san Pietro e san Francesco d’Assisi.

San Pietro con gallo, XVII sec.

Il discepolo compare con il gallo, rievocando l’episodio evangelico del rinnegamento di Cristo, mentre il secondo è raffigurato in estasi, rivolto verso una fonte di luce, simbolo della divinità. «Sono due piccoli quadri di autori sconosciuti restaurati presso il laboratorio Nicola di Aramengo», racconta Francesca Grana, responsabile della conservazione e valorizzazione dei beni artistici della Collegiata, che aggiunge: «Fanno parte di un cospicuo nucleo di opere che giacciono da tempo nei depositi Nicola». Stando a recenti ricerche esiste infatti un ricco patrimonio in attesa di essere risistemato e riportato in parrocchia: «Durante gli anni cinquanta, quando furono realizzati i restauri della chiesa, molte opere furono trasferite nella più importante bottega del Piemonte», prosegue la storica dell’arte, «ma a causa della mancanza di fondi nessuno ha provveduto a ritirarle. Questa situazione convinse nel 2014 il parroco don Giancarlo Avataneo e gli amministratori comunali a sostenere le ragioni di un restauro che riportasse gradualmente nella nostra città i dipinti trasferiti ad Aramengo. Le prime due opere scelte sono state appunto il san Pietro, per motivi legati all’intitolazione della Collegiata, e il san Francesco per motivi storici e stilistici».

San Francesco in estasi, XVII sec.

Molto interessante in tal senso il cartiglio incollato sul retro di quest’ultimo dipinto, che riconduce l’appartenenza dell’opera prima che alla Collegiata al convento dei Cappuccini di Carmagnola: «L’iconografia del santo di Assisi in estasi è sempre stata cara ai frati minori cappuccini», spiega la dott.sa Grana, «ordine mendicante nato nel XVI secolo sull’esempio di san Francesco e impegnato nel riaffermare i principi originari del santo, in un periodo travagliato per la chiesa di Roma». Le due piccole opere sono ora esposte all’interno del battistero della Collegiata, nell’attesa di una sistemazione definitiva e di ricongiungersi con le mancanti.