Inquinamento nelle acque del rio San Giovanni

968

Inquinamento idrico: segnalazioni e richieste di intervento alle autorità competenti, a partire dall’Arpa Piemonte, per la drammatica situazione ambientale che interessa il rio San Giovanni e altri corsi d’acqua sul territorio carmagnolese.

Inquinamento rio San Giovanni LegambienteNuovi episodi di inquinamento delle acque nel rio San Giovanni, che da alcune settimane è alle prese con ripetuti episodi di schiume accompagnati da acque torbide e maleodoranti.

Una situazione che, purtroppo, ha portato alla conseguente moria di pesci, numerosi anatroccoli e della vegetazione spondale. Particolarmente colpito risulta il tratto presso l’ex Mulino Fittaria, come testimoniato anche dalle documentazioni video pubblicate sui social da molti carmagnolesi.

Il Circolo Legambiente “Il Platano”, contestualmente a numerose segnalazioni e richieste d’intervento alle autorità competenti, tra cui Arpa Piemonte, ha diramato un comunicato stampa.
Scrive l’associazione ambientalista: «Assistiamo in questi giorni all’ennesimo episodio di scarico di inquinanti all’interno di un corso d’acqua del territorio: il rio San Giovanni. Con rammarico va ricordato che questi episodi non sono i primi ad interessare il reticolo idrografico: basti pensare che solo da pochi mesi, grazie all’entrata in funzione del depuratore di Carmagnola, si è messo fine ad uno sversamento decennale di tensioattivi e altri inquinanti nel canale del Naviglio che andava a interessare il bacino della Gora di Borgo e il reticolo a valle, sito nel comune di Villastellone. Il tutto si inserisce in un quadro drammatico per gli habitat acquatici della nostra zona, alle prese con scarichi non autorizzati, abbandono di rifiuti, taglio indiscriminato della vegetazione e prelievi idrici sconsiderati soprattutto nella stagione irrigua».

Prosegue Legambiente: «Ci siamo purtroppo dimenticati che gran parte dei canali e delle rogge sono il risultato di uno straordinario lavoro di ingegneria idraulica e di capacità tecniche che, grazie al prelievo delle acque dai fiumi Maira, Stura di Demonte, Meletta e Mellea, aiutati da una serie di stratagemmi, le convogliavano verso il nostro territorio andando ad alimentare le ruote dei numerosi mulini, costituendo le più forti testimonianze di un paesaggio protoindustriale che ha contribuito non poco allo sviluppo della nostra zona dal Cinquecento ai giorni nostri. Si pensi alla filiera della seta a Racconigi, a quella della canapa e delle granaglie a Carmagnola e nei paesi del circondario.
In un’epoca in cui si fa della difesa delle tradizioni e dei caratteri locali un cavallo di battaglia, bisognerebbe riscoprire più a fondo ed in maniera più dotta lo straordinario patrimonio storico, tecnico ed ambientale che il nostro territorio ospita da secoli, garantendone la sopravvivenza. Una riscoperta in termini utilitaristici in linea con uno sviluppo sostenibile, che a oggi appare non più una moda sostenuta da un’élite, ma l’unica via percorribile per il pieno rispetto delle leggi e per garantire alle generazioni future un’adeguata presenza di risorse».

Il testo si conclude con una richiesta di pronto intervento da parte delle autorità competenti per risolvere in modo definitivo l’inquinamento delle acque superficiali del San Giovanni e di tutti gli altri rii presenti sul territorio di Carmagnola e dintorni.