Un pozzo d’acqua all’origine dei cedimenti strutturali?

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roncoUn pozzo dell’acqua potabile, posto sotto il castello comunale, potrebbe aver causato i danni strutturali alla scuola elementare “Rayneri” e all’asilo Ronco, nonché allo stesso municipio, registrati negli ultimi anni? Questa la tesi su cui il capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Pampaloni, ha chiesto chiarimenti all’Amministrazione comunale.

«Stiamo parlando di un edificio del 1203, il castello comunale; di uno di inizio Novecento, il Ronco, e di una scuola edificata negli anni Trenta: da metà anni Ottanta questi tre edifici hanno iniziato a patire problemi di stabilità strutturale, con crepe che spesso hanno creato allarme –riassume Pampaloni- I professionisti chiamati dal Comune, in varie riprese, hanno relazionato che la causa dei dissesti risale al generale cedimento del terreno di fondazione». A questo punto, per il consigliere leghista, entra in gioco il pozzo, datato 1963, attiguo al municipio, a 34 metri dalla scuola e 87 dall’asilo. «La letteratura in materia considera fenomeno comune il cosiddetto “cono di subsidenza“, ovvero un cedimento del terreno nei pressi del pozzo stesso -accusa Pampaloni- Dato che tutti gli edifici circostanti hanno subito danni, quante centinaia di migliaia di euro il Comune di Carmagnola intende ancora spendere prima di capire che la causa dei dissesti accusati dagli edifici è il pozzo dell’acqua potabile a fianco?».

Fino a oggi, in effetti, sono già considerevoli le cifre spese a causa dei danni strutturali ai vari edifici menzionati: oltre 150 mila euro di sole indagini strutturali e quasi 2,3 milioni di euro per i lavori di restauro e consolidamento statico. «Attualmente quel pozzo, dopo anni di possibile sovra-struttamento, ovvero prelievo non compensato da alimentazione naturale, viene utilizzato solo per poche ore al giorno e solo al mattino (dalle 7 alle 12, ndr), per motivazioni di fatto non note –conclude Pampaloni- Chiediamo quindi che si verifichi questa ipotesi, analizzando la condizione effettiva del pozzo stesso e la presenza di possibili fenomeni di insabbiamento, in modo da capire se sia possibile evitare ulteriori danni alle strutture comunali e scolastiche nelle vicinanze».

Francesco Rasero