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L’Ente Parco del Po lancia un appello alle aziende agricole

Appello dell’Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese alle aziende agricole: “aiutateci a conservare la qualità dell’acqua, la più importante risorsa del nostro territorio”.

L’appello dell’Ente Parco alle aziende agricole riguarda anche la tutela dei fontanili [immagine di repertorio]
L’Ente Parco del Po piemontese lancia un appello alle aziende agricole contro l’uso di diserbanti chimici sulle sponde dei corsi d’acqua, per tutelare la biodiversità del territorio e la risorsa-acqua.

In pianura, la natura trova ancora spazi interessanti nel sistema di fontanili e canali che solcano le coltivazioni -spiegano dall’Ente che gestisce le aree protette- Tale rete idrica è stata scavata nei secoli per l’approvvigionamento delle acque e oggi costituisce l’ultimo rifugio per la biodiversità. Le loro sponde e le acque correnti custodiscono infatti piante acquatiche che, a loro volta, consentono la riproduzione e il riparo di pesci, rane, testuggini palustri, libellule e altri invertebrati. I fontanili e i canali diserbati chimicamente sono invece morti”.

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Per mantenere in vita questi residuali elementi naturali c’è perciò bisogno della collaborazione degli operatori del comparto agricolo, come richiesto dalla Politica Agricola Comunitaria: tra gli impegni previsti per beneficiare dei contributi pubblici, infatti, è esplicito il divieto del diserbo chimico delle sponde dei corsi d’acqua.

Solo con il rispetto generalizzato di questo principio in area vasta si potrà ottenere qualche risultato, poiché il controllo dei soli guardiaparco, peraltro limitato alle aree protette e ai siti che ricadono nella Rete Natura 2000, non è di sicuro sufficiente -rimarcano dall’Ente Parco del Po– Purtroppo i dati non sono incoraggianti: nelle nostre acque superficiali persiste la presenza di fitofarmaci ed erbicidi, sostanze chimiche di cui si fa ancora largo consumo anche in agricoltura. È noto che questo, oltre ad essere un problema ambientale di vasta portata, costituisce una grave minaccia per la salute di tutti noi, a partire dagli utilizzatori e dai residenti nelle vicinanze delle zone trattate”.

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