Inaugurata a Carutapera, in Brasile, la grande Ultima Cena dipinta dal maestro Fiorenzo Faccin: nell’affresco 13 piobesini che hanno prestato i loro volti, ecco chi sono.

È stato inaugurato questa notte a Carutapera, in Brasile, il grande affresco realizzato dal maestro piobesino Fiorenzo Faccin raffigurante l’Ultima Cena.
L’opera, che reinterpreta il capolavoro leonardesco con luci d’ispirazione caravaggesca, raffigura tredici volti di abitanti di Piobesi torinese, che lo scorso 12 febbraio si erano prestati, negli spazi dell’oratorio, a un set fotografico in abiti d’epoca per diventare i modelli della scena.
Partendo da sinistra, guardando la scena si possono pertanto riconoscere Alessio Oddenino, Cristiano Prelato, Giacomo Reinero, Stefano Arnò, Marco Alessiato, Luca Astegiano, Alessandro Faccin (Gesù, figlio del pittore), Marco Oddenino, Daniele Rodella, Marco Boccardo, Sandro Schellino, Marco Issoglio e Riccardo Gandiglio.
Il progetto nasce dal mandato affidato a Faccin per decorare la basilica minore di San Sebastiano –elevata a tale rango nel 2021– con una grande pittura murale collocata nella cupola centrale.
L’artista ha disegnato e dipinto personalmente l’intervento, misurandosi con un’ampia semicirconferenza di circa 12 metri per 5 metri d’altezza. La scelta di utilizzare esclusivamente figuranti piobesini è stata, fin dall’inizio, un omaggio al proprio paese d’origine e un ponte simbolico tra le due Comunità.
L’Amministrazione di Piobesi Torinese esprime, per voce del sindaco Fiorenzo Demichelis, «orgoglio e sincere congratulazioni al maestro Fiorenzo Faccin per l’eccezionale risultato artistico e per aver saputo trasformare un’idea in un’opera che unisce popoli e fedi. Con la sua arte e i suoi colori, e con i volti della nostra gente, Piobesi entra per sempre nella storia della Basilica di San Sebastiano e nella memoria della comunità di Carutapera».
Nei mesi scorsi Faccin aveva annunciato anche la realizzazione di una bozza su tela destinata a essere donata alla parrocchia di Piobesi: un ulteriore segno di restituzione alla comunità che ha partecipato al progetto.
«Ho realizzato quest’opera molto volentieri –racconta Faccin– A Carutapera ho trovato una popolazione fantastica, molto accogliente, e questo non ha potuto che aiutarmi a portarla a termine l’impegno con soddisfazione e meraviglia. È stata una bellissima esperienza poter portare la mia arte, e anche un po’ delle mie radici piobesine, a così tanti chilometri da casa»















































