La CGIL ha organizzato per la giornata di oggi un presidio a Poirino per protestare contro la chiusura della Casa delle Donne. La replica del sindaco: “Tutte le attività di supporto sono state mantenute sul territorio”.

A Poirino infuria la polemica sulla chiusura della Casa delle Donne: la CGIL ha organizzato per la giornata di oggi, 11 luglio, dalle 10 alle 12, un presidio davanti al municipio per chiedere la riapertura.
“Il Comune di Poirino ha sgomberato lo spazio di via Indipendenza 48 dove aveva sede la Casa delle Donne, presidio di protezione, ascolto e supporto per donne che subiscono violenza da uomini, che il più delle volte stanno nella cerchia affettiva e domestica -commentano dalla CGIL- All’interno della struttura vi era un’ospite che aveva intrapreso un
percorso e che stava effettuando un tirocinio lavorativo nella speranza di costruirsi una indipendenza economica: il Comune l’ha sfrattata con conseguente ritorno alla casa di protezione, interruzione del tirocinio e distruzione delle sue prospettive di emancipazione“.
E proseguono: “Non si può non stupirsi di come si possa fermare un percorso di questo tipo e di come si possa essere così determinati da non concedere neanche una breve proroga allo sfratto per permettere la conclusione del tirocinio. Siamo preoccupati per il venir meno di sensibilità e di supporto da parte della Giunta e del Sindaco verso la piaga sociale della violenza sulle donne, come siamo preoccupati per l’interruzione del percorso intrapreso dalla ospite sfrattata“.
Non tarda ad arrivare la replica del sindaco di Poirino Nicholas Padalino: “Desidero chiarire la situazione per i cittadini di poirinesi e non per gli iscritti alla CGIL; faccio un appello ad informarsi, approfondendo la questione. La Casa delle Donne è nata a Poirino non come casa-rifugio, ma come sportello psicologico e legale e come luogo per organizzare laboratori di imprenditoria femminile. Questo spazio non è accatastato ad uso abitativo, tanto che non è presente neanche una doccia, e per questo non poteva ospitare una persona in maniera stabile.”
E prosegue: “Alla donna, così come alla cooperativa, sono state proposte diverse alternative, che non sono state accettate. Per la nostra Amministrazione la tutela delle donne vittime di violenza è fondamentale, tanto che i servizi di supporto continuano ad essere presenti sul territorio grazie ad un protocollo d’intesa con l’Associazione Nazionale Carabinieri, ma non era possibile continuare a far risiedere una persona in una situazione non idonea”.
Conclude il sindaco: “Ci stiamo attivando per dare vita, in collaborazione con l’associazione ApidiCarta, altre iniziative a supporto delle donne vittime di violenza”.











































