Aperilibro Bambini: una “fuga in soffitta” per osservare il mondo

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La scrittrice francese Coline Pierré ha iniziato da Carmagnola la sua tournée italiana di presentazione del libro “Fuga in soffitta”, tra scuole e biblioteche.

Coline Pierré Fuga in soffitta
Coline Pierré all’Aperilibro Bambini di Carmagnola (foto di Porsia di Trani)

Chissà quante volte avete pensato di chiudere la porta al mondo e di fuggire lontano? In un luogo dove non vi conosce nessuno e non conoscete nessuno.
È la pulsione che spinge la delusa Anouk, quattordicenne protagonista del libro “Fuga in soffitta” della scrittrice francese Coline Pierré, a chiudere la porta di casa e andarsene. Delusa da famiglia e amica, in prossimità delle vacanze di Natale che non potrà festeggiare con la mamma, trattenuta da impegni di un “importante” lavoro in Norvegia,
Anouk decide di salutare il suo piccolo mondo familiare. Per andarsene dove? Non ha risorse per fuggire lontanissimo, ma capisce che la soffitta di casa può diventare un luogo lontano dal mondo, nascosta da tutti. Un posto privilegiato dove poter osservare le reazioni delle persone che le dovrebbero essere più care alla sua scomparsa.

È questa la storia che Coline Pierré ha raccontato ai ragazzi e alle ragazze delle scuole elementari di Carmagnola, nel consueto incontro mensile con l’Aperilibro Bambini agli Antichi Bastioni, organizzato dal Gruppo di Lettura Carmagnola.

Questa non è una storia autobiografica, anche se ho preso a prestito la casa e la soffitta della mia infanzia e ho descritto luoghi e persone che mi erano vicine -commenta la 32enne scrittrice francese, che proprio da Carmagnola ha iniziato il suo tour che la porterà a presentare il suo libro in scuole e biblioteche italiane– Di storie di fughe e solitudine è piena la letteratura mondiale, quindi volevo scrivere un qualcosa di diverso proprio a cominciare dall’ambientazione che non è un’isola lontana o un luogo sconosciuto, ma semplicemente la soffitta di casa”.

E se la Letteratura offre una carrellata infinta di personaggi che vivono la solitudine, Colin Pierré si è ispirata -per il suo libro- al solitario per eccellenza, Robinson Crusoe, quasi a tracciare un parallelo fra l’isola deserta del marinaio di Daniel Defoe e la soffitta di Anouk.
Il mio libro non vuole essere un atto di accusa contro genitori assenti, ma semplicemente evidenziare il fatto che i genitori fanno quello che possono, restando a volte lontani inconsapevolmente. Inoltre Anouk, come tutti quelli che scappano, non ha ben chiare le conseguenze del suo gesto e le sofferenze che provoca mettendolo in atto. Anouk riesce a scoprirlo solo collegandosi di nascosto a Facebook, che le fornisce così informazioni sul mondo che c’è sotto la soffitta; oltre a origliare dai tubi del riscaldamento che le portano le voci dei suoi familiari”.

Sollecitata dagli oltre 160 bambini delle scuole elementari carmagnolesi in sala (uno dei quali ha posto la domanda in corretto francese), Coline ha raccontato non solo come è nato e come si sviluppa la storia di “Fuga in soffitta” ma come lei stessa sia approdata alla scrittura.
Sono sempre stata più a mio agio con la parola scritta che con quella parlata, e così ho iniziato a scrivere racconti fin da piccola, all’incirca da quando avevo dieci anni. Che spesso non concludevo e buttavo via prima di arrivare alla fine. Poi mi sono impegnata a finirli i libri ed ho cominciato a pubblicarli”.

Oggi in Francia sono una decina i libri firmati da Coline Pierré di cui “Fuga in soffitta” è il quarto e, per ora, l’unico pubblicato in Italia.
Scrivere è una gioia e nello stesso tempo una fatica -ha concluso l’autrice- Perché scrivere mi piace, ma ho voglia di finire prima possibile perché ho paura di perdermi”.