Il Comune di Carmagnola ha presentato a Roma il progetto di candidatura a Capitale Italiana del Libro 2026: «proposte concrete e originali». Attesa per metà ottobre la decisione della Giuria.

Carmagnola ha ufficialmente presentato il proprio dossier di candidatura a Capitale Italiana del Libro 2026, il progetto dal titolo “Identità, libri e territorio”. L’audizione pubblica si è svolta mercoledì a Roma, nella sala Giovanni Spadolini del Ministero della Cultura, davanti alla Giuria che entro il 15 ottobre annuncerà la città vincitrice.
La Delegazione carmagnolese era composta dalla sindaca Ivana Gaveglio, dal vicesindaco e assessore alla cultura Alessandro Cammarata, dal segretario generale Bruno Armone Caruso, dall’avvocata Costanza Casali e dal consulente culturale Paolo Verri, già direttore del Salone del Libro di Torino, estensori del progetto.
Carmagnola è stata la terza delle cinque città finaliste ad essere ascoltata. «La nostra proposta ha dimostrato di avere elementi di originalità che hanno interessato molto la Giuria -commenta il vicesindaco Cammarata– Tra le altre presentazioni, peraltro, non mi pare di aver colto spunti simili. Si è vista la differenza».
La sindaca Gaveglio evidenzia l’attenzione riservata dalla Commissione alle proposte locali: «Hanno ascoltato il progetto generale e sono andati a vedere, nel dettaglio, le proposte delle associazioni. E su questo siamo molto forti -ragiona- In generale i giurati hanno dimostrato di aver letto approfonditamente il dossier e hanno mostrato apprezzamento».
Ha poi ovviamente suscitato molta curiosità anche il progetto “Metti un libro nello stipendio”, che ha anche una prospettiva nazionale. «È un format potenzialmente esportabile e che può lasciare il segno -prosegue la sindaca- Siamo risultati credibili anche dal punto di vista organizzativo: le nostre sono tutte proposte concrete, non un “libro dei sogni”, affiancate anche da una strategia di comunicazione».
L’idea si ispira alla filosofia del welfare aziendale di matrice olivettiana e prevede l’introduzione di “buoni libro” nelle buste paga dei lavoratori, per diffondere la lettura anche in ambito professionale.
“Metti un libro nello stipendio” è uno dei pilastri della candidatura, già sostenuta da numerose realtà tra cui l’Archivio Storico Olivetti, l’Ascom e altri Comuni che hanno ottenuto il titolo negli anni passati. La pagina Facebook della campagna ha raccolto già centinaia di follower.
La giuria comunicherà la decisione entro il 15 ottobre. «Confrontarci con realtà più grandi come Perugia e Pistoia ci ha fatto capire che possiamo davvero giocarci le nostre carte –conclude la sindaca Gaveglio- Per città come la nostra, più piccola, ottenere il titolo rappresenterebbe un vero punto di svolta culturale».














































