Nel 1944 furono impiccati per rappresaglia otto partigiani, dopo alcune giornate di rastrellamenti e saccheggi. In programma una fiaccolata per ricordare l’eccidio.
Venerdì 7 settembre 2018, a Carignano si celebra il ricordo dell’eccidio degli Otto Martiri, compiuto da parte dei nazi-fascisti nel 1944.
Alle 21 è in programma una fiaccolata, con partenza da piazza San Giovanni e deposizione corona presso la lapide posta in prossimità del Pilone Virle, dove avvenne la strage.
La serata è organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Partigiani – Anpi; è prevista la partecipazione delle autorità.
Sul luogo dell’eccidio -all’incrocio tra via Virle, la provinciale 138 e via Pellico- si terrà anche un’esibizione corale dell’Associazione Corale Carignanese.
A Pilone Virle furono impiccati, per rappresaglia, otto partigiani: Giorgio Brugo, Leonardo Cocito, Antonio Cossu, Liberale De Zardo, Marco Lamberti, Pietro Mancuso, Giorgio Porello e Guido Portigliatti.
“Diedero la vita per un’Italia migliore”, si legge sulla lapide commemorativa.
L’eccidio fu compiuto dall’esercito nazista tedesco, comandato a Torino da Alois Schmidt, insieme alla X-Mas italiana.
Spiegano dall’Anpi: “Il 4 settembre alcuni partigiani compiono un attentato al ristorante della Stazione, situato al Pilone Virle nei pressi di Carignano. Un soldato tedesco rimane ucciso e un altro viene ferito. Il comando tedesco preleva immediatamente dieci ostaggi fra la popolazione civile e li porta alle Carceri Nuove di Torino. Il giorno successivo la Decima Mas, probabilmente per mantenere alta la tensione, viene inviata in rastrellamento a Carignano: molte case sono saccheggiate e un anziano contadino (Giovanni Lorenzo Peyretti) viene ucciso. Il 6, dopo due giorni di trattative, il Comando tedesco si impegna, dietro una corresponsione di denaro, a non uccidere gli ostaggi prelevati a Carignano, ma a sostituirli con otto detenuti già segnati nelle liste di rappresaglia. Il 7 settembre vengono prelevati dalle Carceri delle Nuove e impiccati al Pilone Virle nellostesso luogo dell’attentato. Per ordine del comando germanico i cadaveri restano esposti sino alle otto della sera. All’esecuzione -oltre al commissario prefettizio- assiste Pier Luigi Vigada, ufficiale sanitario, che nel dopoguerra pubblicherà un’accurata ricostruzione del fatti“.