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Deposito nazionale delle scorie nucleari, la parola ai territori

Con la pubblicazione della mappa dei 67 siti italiani potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari, prende il via una fase di consultazioni con i territori interessati. Carmagnola ha già detto il suo “no”.

Due mesi di consultazioni con i rappresentanti dei territori e sei mesi per decidere dove sorgerà il futuro deposito nazionale delle scorie nucleari

Con la pubblicazione, questa mattina, della mappa dei 67 siti italiani potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari (in cui è inclusa anche Carmagnola), si apre una fase di consultazione con gli Enti e i portatori di interesse dei territori.

Il Ministero dell’Ambiente, in un comunicato stampa, saluta il percorso con entusiasmo: «Dopo decenni di attese e rinvii, in Italia si chiude definitivamente la stagione del nucleare e si sanano situazioni precarie e potenzialmente pericolose aperte in tutto il territorio italianoIl deposito nazionale delle scorie nucleari permetterà di sistemare in sicurezza, e in via definitiva, i rifiuti radioattivi italiani».

Il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut

Il sottosegretario Roberto Morassut, in particolare, sottolinea come la pubblicazione della mappa permetta oggi «di dare avvio a un processo partecipativo pubblico e trasparente, al termine del quale sarà definita la localizzazione dell’opera, in ottemperanza agli indirizzi comunitari e nel rispetto della piena partecipazione delle Comunità locali alle decisioni».

La procedura prevede infatti che, per i prossimo due mesi, le Regioni, gli Enti locali e i soggetti portatori di interessi qualificati, possano formulare osservazioni e proposte tecniche in forma scritta e non anonima.

Carmagnola tra i possibili siti per il deposito nazionale di scorie nucleari

Entro sei mesi dall’avvio della consultazione pubblica, verrà promosso un seminario nazionale per approfondire tutti gli aspetti tecnici relativi allo stoccaggio, quelli connessi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente e i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione dell’opera.

Nel frattempo, però, il Comune di Carmagnola si è schierato senza esitazioni contro ogni ipotesi di realizzare il deposito sul proprio territorio. “Combatteremo, a costo di salire davvero sulle barricate -ha dichiarato il sindaco, Ivana Gaveglio, a Il Carmagnolese- Non sapevamo assolutamente nulla di questa scelta, né era stata informata la Città metropolitana di Torino, con la quale faremo oggi un incontro urgente per definire una strategia comune di contrasto a questa assurdità“.

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