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Nucleare a Carmagnola? No, grazie. Le prime reazioni dal territorio.

Non solo il sindaco Ivana Gaveglio si schiera contro l’ipotesi di scegliere Carmagnola come sede del centro nazionale di stoccaggio nucleare: ecco le prime reazioni del territorio.

Tante le posizioni contrarie all’ipotesi di realizzare a Carmagnola il futuro deposito nazionale di stoccaggio nucleare (foto di Francesco Rasero)

A poche ore dall’annuncio che Carmagnola è uno dei 67 possibili siti in cui realizzare il centro nazionale di stoccaggio nucleare, si registrano già numerose posizioni contrarie all’ipotesi avanzata da Sogin e Governo.

Dopo il sindaco Ivana Gaveglio, che si è detta pronta a “salire sulle barricate pur di difendere il territorio e i cittadini carmagnolesi, anche da Città metropolitana, Regione e politici nazionali arriva un primo coro di “no”.

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Decisamente contrario il consigliere regionale Davide Nicco (FdI), già sindaco di Villastellone: “Nessuna scoria nucleare nel Carmagnolese -dichiara- L’ipotetica zona identificata è un’area agricola di pregio ed è anche limitrofa a un sito d’interesse comunitario protetto dall’Unione Europea e ad un’oasi naturale del WWF. Non riesco quindi proprio ad immaginare un’area meno idonea di questa“.

Sul tema, Nicco ha già depositato un’interpellanza urgente in Consiglio regionaleperché la Regione Piemonte non può accettare passivamente una decisione assurda e calata dall’alto di chi evidentemente non conosce il nostro territorio“.

Il vicesindaco della Città metropolitana di Torino, Marco Marocco, dichiara: “Non appena ricevuta la notizia della proposta di localizzazione dei siti per le scorie radioattive, abbiamo convocato per oggi pomeriggio un incontro con le Amministrazioni coinvolte per esaminare la situazione. L’iniziativa è stata presa anche dai vertici della Provincia di Alessandria“.

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Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, sottolinea inoltre «l’importanza di un processo trasparente per la necessaria messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, con una forte attenzione al consumo di suolo evitando nuovi insediamenti con il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse: negli ultimi 25 anni, infatti, l’Italia ha perso oltre un quarto della sua superficie agricola».

Contrari anche i politici nazionali di centro-destra che fanno riferimento al territorio Carmagnolese, che contestano al Governo tempi e metodi con cui i siti sono stati individuati e comunicati.

Che caratteristiche avrà il deposito nazionale delle scorie nucleari?

E’ una follia la pubblicazione della mappa Sogin nel bel mezzo di una crisi Covid non solo sanitaria ma anche economica e senza neanche un preavviso ai Comuni interessati -dichiara Augusta Montaruli, Fratelli d’ItaliaGenerare il panico e lo sconcerto tra la popolazione poteva essere un’idea solo di un governo che tenta di distrarre l’opinione pubblica“.

Anche Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia e componente Commissione ambiente, afferma che “gli otto potenziali siti individuati in Piemonte sono da cancellare”.
Credo sia doveroso rappresentare il disagio e l’irritazione di tutti quegli amministratori locali che apprendono, a decisioni prese, che i loro Comuni sono idonei a ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari -sottolinea- Nessuno mette in discussione la necessità di individuare l’area più idonea, visto i ritardi accumulati dal nostro Paese e costati già più di una sanzione da parte della Commissione europea. Quello che non è tollerabile, da parte di questo o qualsiasi altro governo, è il metodo impositivo: prima si decide e poi si discute“.

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