Contro l’ipotesi del deposito nucleare nazionale, anche il Comune di Chieri si schiera a fianco di Carmagnola: “le nostre competenze a disposizione per presentare le osservazioni”.
«Abbiamo dato alla sindaca di Carmagnola, Ivana Gaveglio, la piena disponibilità da parte del Comune di Chieri a contribuire, con le nostre competenze e i nostri tecnici, al lavoro di predisposizione delle osservazioni relative alla scelta di inserire il sito di Carmagnola tra le aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nucleare nazionale»: così afferma Alessandro Sicchiero, Primo Cittadino chierese, in merito all’ipotesi di Sogin che ha individuato l’area carmagnolese tra i 67 siti tecnicamente idonei a ospitare il sito di stoccaggio delle scorie radioattive italiane.
«Su questo argomento occorre procedere con serietà, garantendo il confronto con i territori e sulla base di informazioni e conoscenze puntuali -prosegue Sicchiero- Sono certo che le osservazioni che andremo ad elaborare verranno attentamente valutate in sede di seminario nazionale. Il fatto che questa settimana si sia tenuto il primo incontro del Tavolo di trasparenza e partecipazione sul nucleare, costituisce già una buona notizia, che dimostra la volontà di portare avanti un percorso di concertazione e consultazione pubblica».
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Chieri annuncia che farà la propria parte per quanto riguarda approfondimento, analisi e dati tecnici. «Così si risponde davvero alle giuste preoccupazioni dei cittadini -rimarca il sindaco- Sono abbastanza stupito nel vedere esponenti di partiti da sempre favorevoli alle centrali nucleari, trasformarsi oggi in ferventi antinuclearisti. Voglio ricordare che dieci anni fa, era il giugno del 2011, si svolse il referendum che abrogò la legge, voluta da Governo Berlusconi, che consentiva la produzione nel territorio italiano di energia elettrica nucleare. Ai senza-memoria e agli opportunisti della memoria selettiva, ricordo che fu proprio il centrodestra a guida Berlusconi nel 2009 a decidere il ritorno al nucleare».
Sicchiero -pur contestando l’idoneità del sito di Carmagnola– non si dichiara infatti contrario al principio che ha portato Sogin e il Governo a procedere con l’ipotesi di un unico deposito nazionale: «Voglio ricordare che a due passi dai nostri territori, c’è il sito di Saluggia, dove sono stoccate scorie ad alta radioattività: per troppo tempo il pericolo rappresentato da questo sito, che in caso di allagamento trasformerebbe la pianura in una piscina nucleare, è stato rimosso dal dibattito pubblico -conclude- Credo che ora la proposta elaborata da Sogin possa costituire l’occasione per affrontare con la dovuta serietà e trasparenza il problema dei rifiuti nucleari presenti in Piemonte, che dovranno trovare una collocazione certamente non in aree fortemente antropizzate o con terreni di pregio ma in un sito adeguato e sicuro».
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