Qualità e quantità eccellenti caratterizzano in positivo l’annata 2025 di coltivazione del Peperone di Carmagnola, che ha superato anche i problemi legati alla virosi e potrà tornare a puntare anche sulle tipologie autoctone.

L’annata 2025 del peperone di Carmagnola si preannuncia tra le migliori degli ultimi anni, sia in termini di qualità che di quantità.
Lo annuncia Domenico Tuninetti, presidente del Consorzio del Peperone, sottolineando come le condizioni climatiche, seppur calde, abbiano favorito la coltivazione: «Il caldo fa bene ai peperoni… un po’ meno all’agricoltore che suda di più –scherza– E Carmagnola ha la fortuna di trovarsi su una falda acquifera che storicamente ci protegge dai periodi siccitosi».
Una notizia particolarmente positiva riguarda la scomparsa della virosi che negli ultimi anni aveva penalizzato soprattutto le varietà autoctone: «È sparita, un po’ come il Covid –prosegue Tuninetti– Questo ci fa sperare in un maggiore ritorno alla coltivazione delle tipologie storiche, che sono l’identità vera del peperone di Carmagnola».
Fino a poco tempo fa, infatti, proprio a causa della virosi, molti produttori avevano preferito puntare sul “quadrato allungato”, tipologia più produttiva e resistente, oggi predominante anche per le sue caratteristiche apprezzate dalla grande distribuzione (formato regolare, maggiore conservabilità).
La produzione attesa supera i 24.000 quintali su circa 80 ettari coltivati, grazie al lavoro di oltre 70 aziende locali, di cui una quarantina associate al Consorzio.
Complessivamente, si stima che siano circa 300 le persone coinvolte nella filiera locale, dalla coltivazione alla vendita. Carmagnola, del resto, resta una grande città agricola: quasi 400 aziende attive su oltre 9.500 ettari, dove il peperone è una delle colture di eccellenza.
Il 70% dei peperoni carmagnolesi viene venduto nei mercati generali di Torino, da dove raggiunge grossisti e distributori anche fuori regione, fino a Lombardia, Liguria e persino operatori stranieri, soprattutto francesi e svizzeri. Il resto viene commercializzato nei mercati locali, a Canale o nei punti vendita diretti lungo le provinciali attorno a Carmagnola.
Anche l’assessore all’Agricoltura Roberto Gerbino, a sua volta produttore, conferma le buone prospettive di questa stagione: «Quest’anno non abbiamo avuto problemi né di virosi né di insetti dannosi. La qualità è molto alta e il mercato interessante: già da fine giugno sono iniziate le prime raccolte e i prezzi sono stabili. Il quadrato allungato si aggira tra i 2 e i 2,50 euro al chilo, le varietà più pregiate come la trottola possono raggiungere i 3,50 euro all’ingrosso».
Intanto cresce l’attesa per la Fiera nazionale del Peperone –giunta alla 76ª edizione e di recente presentata a Torino– che va rafforzare l’intero comparto, secondo Gerbino: «È un evento che ha ormai superato i confini nazionali, grazie a un marketing territoriale che coinvolge tutta la città. Carmagnola sta vivendo una rigenerazione urbana che trasmette energia anche al mondo agricolo».
Tra le iniziative più sentite, l’assessore cita il concorso del peperone, che si terrà come da tradizione la prima domenica di Fiera, e il contest “Peperone Urbano”, giunto alla terza edizione, con protagonisti cittadini, famiglie e scuole impegnati a coltivare la pianta sui balconi o nei cortili.
La sfida per il futuro resta quella del ricambio generazionale: oggi solo un’azienda su due impegnata nella coltivazione del peperone sta coinvolgendo attivamente giovani. Eppure, la filiera del peperone di Carmagnola continua a dimostrarsi solida, identitaria e sostenibile. Un patrimonio agricolo da valorizzare, anno dopo anno.














































