Dopo la perdita della commessa per l’olio motore Selenia, che dal 2026 Stellantis affiderà a Total, i sindacati denunciano che è a rischio l’occupazione allo stabilimento Petronas di Santena-Villastellone.

Si chiude lo storico rapporto tra Petronas -multinazionale malese con un importante stabilimento tra Santena e Villastellone- e l’ex Fiat, oggi Stellantis?
Dal 1° gennaio 2026 la produzione dell’olio motore Selenia non sarà più affidata alla Petronas Lubricants Italy, ma passerà al colosso francese Total: questo l’annuncio dato nei giorni scorsi dall’azienda durante un incontro informativo con i lavoratori e ha immediatamente fatto scattare l’allarme tra sindacati e istituzioni.
Una decisione che, secondo le sigle sindacali, potrebbe avere ripercussioni pesanti sullo stabilimento piemontese, dove lavorano circa 450 persone, nonché su quello di Napoli, che ne impiega altri 70.
Il sito di Santena-Villastellone, inoltre, non è solo uno stabilimento produttivo: ospita anche il centro di ricerca globale di Petronas per i lubrificanti ad alte prestazioni ed è stato negli anni uno dei punti di riferimento del settore automotive nazionale.
La perdita della commessa Stellantis, peraltro decisa a favore di un’azienda francese, rischia di indebolire fortemente il presidio tecnologico e industriale del territorio.
«Una scelta incomprensibile e ingiustificata -l’hanno definita la vicepresidente della Regione Piemonte con delega al lavoro, Elena Chiorino, e il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco, già sindaco di Villastellone, che hanno convocato un incontro urgente con i sindacati- È a rischio la tenuta occupazionale e produttiva di una realtà d’eccellenza che ha creduto nel nostro territorio e vi ha insediato il proprio centro mondiale di ricerca».
Anche i sindacati sono già sul piede di guerra. Secondo le rappresentanze regionali UILM di Piemonte e Campania: per loro, infatti, la decisione di Stellantis non risponde a logiche di mercato ma a un orientamento che privilegia fornitori francesi per ragioni “politiche o patriottiche”.
«Useremo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare i lavoratori, quasi tutti oggi dedicati esclusivamente alla produzione per Stellantis: questa mossa rischia di mettere in crisi sia l’occupazione diretta che l’indotto», denunciano, parlando apertamente di un nuovo effetto negativo dell’alleanza con PSA e invocando un’inversione di rotta da parte del gruppo automobilistico.
L’annuncio del passaggio di Selenia alla Total, peraltro, è arrivato come fulmine a ciel sereno. Solo a settembre, al Salone dell’Auto di Torino, Petronas e Stellantis avevano rilanciato la loro partnership presentando insieme la nuova linea “Selenia SustaiNera”, lubrificanti eco-sostenibili con oli rigenerati. Un segnale che faceva presagire un futuro condiviso nel segno dell’innovazione e della sostenibilità.
Ora però lo scenario pare essere radicalmente cambiato. E mentre Petronas valuta la possibilità di orientarsi verso nuovi mercati, il futuro di centinaia di lavoratori resta incerto.
«Confidiamo che, con l’intervento delle istituzioni e il cambio al vertice di Stellantis, siano essere riviste decisioni strategiche che penalizzano il Piemonte, l’Italia e il suo sistema produttivo -concludono i sindacati- Serve una nuova fase fondata su collaborazione, innovazione e responsabilità territoriale».