In mostra in Regione il Roero fotografato da Avataneo

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Carlo Avataneo mostra fotografica Roero Regione PiemonteInaugura dopodomani, venerdì 11 maggio 2018, alle 18 nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte (Torino, piazza Castello 165) la mostra fotografica “Roero” del carmagnolese Carlo Avataneo.
In programma anche una degustazione di vini roerini, a cura del Consorzio Tutela Roero.

Si tratta di 39 immagini di grande formato, scatti che rappresentano un emozionante affresco del Roero, per raccontare una zona piemontese di straordinaria bellezza paesaggistica -spiegano dalla Regione, che organizza e patrocina l’evento, con il Consorzio Tutela Roero e il Feasr, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale- Un modo per celebrare e valorizzare un territorio il cui nome è stato inserito nel giugno 2014 nel Patrimonio dell’Umanità Unesco, insieme con Langhe e Monferrato“.

La mostra, a ingresso gratuito, si potrà quindi visitare tutti i giorni, fino a domenica 27 maggio, dalle ore 10 alle 18.  Apertura straordinaria fino alle ore 22 la sera di sabato 12 , in occasione della Notte Bianca della Fotografia.

Carlo Avataneo è un noto fotografo carmagnolese, già insegnante di Lettere, giornalista pubblicista e autore di libri; è stato anche assessore comunale. Autore di numerose mostre fotografiche, da 32 anni pubblica con successo un calendario dedicato a storia, arte, cultura, paesaggi del Piemonte. Nel 1999 è stato insignito del premio “Giardini Hanbury” dal Grinzane Cavour.

Il Roero è un’area che si trova nel nord-est della provincia di Cuneo. Si estende su 375 chilometri quadrati, con 75 mila abitanti ripartiti su 24 Comuni. Il suo nome deriva dai Conti Roero che, nei secoli a cavallo del Medioevo, ne ressero le sorti politiche e militari, lasciando una preziosa eredità di diciassette castelli e due torri.
Il suo territorio è caratterizzato in prevalenza da terreni sabbiosi e marne sciolte e dal suggestivo spettacolo delle “Rocche”, sorprendente fenomeno di natura erosiva e alluvionale originatosi circa 200 mila anni fa e oggi ben visibile sotto forma di una profonda spaccatura che taglia il territorio roerino per una lunghezza di una decina di chilometri. Molto diffusa è una fiorente agricoltura rivolta alla coltivazione della frutta (pesche e fragole soprattutto, ciliegie, albicocche, mele e pere a volte anche di varietà rare e autoctone, nocciole) e dedita alla moderna viticoltura.