Al termine dei tre giorni del festival “Samsara – Il ciclo delle idee” a Carmagnola, gli organizzatori si dichiarano soddisfatti della qualità dei dibattiti e degli argomenti affrontati: «una rassegna pensata per generare riflessioni durature, non picchi di audience estemporanei».

Si è conclusa a Carmagnola la prima edizione del festival “Samsara – Il ciclo delle idee”, rassegna culturale che dal 20 al 22 giugno 2025 ha proposto un flusso di appuntamenti e incontri in diversi luoghi della città, coinvolgendo oltre 30 relatori.
L’evento è stato ideato dall’agenzia culturale “Tra le linee”, con il sostegno del Comune di Carmagnola e dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, con una vocazione chiara: «rendere la cultura accessibile, partecipata, diffusa, gratuita e di qualità».

Una visione che si è tradotta in un calendario articolato, che ha toccato temi legati alla filosofia, all’arte, alla spiritualità, alla geopolitica, allo sport, alla disabilità, e che ha cercato di proporre «un percorso libero da logiche di spettacolarizzazione, costruito attorno a domande profonde».
Le riflessioni sviluppate, sottolineano i promotori in un comunicato stampa, hanno «toccato le radici della storia piemontese e interrogato le trasformazioni globali e sociali, rendendo protagoniste le persone».

Tra gli ospiti della prima edizione -che ha visto il giornalista Sebastiano Caputo nel ruolo di direttore artistico– figurano Giulia Bonaudi, Vittorio Feltri, Sara Abram, Alessandro Aresu, Ginevra Leganza, Dario Fabbri, Fabrizia Sabbatini, Francesco Semprini, Lorenzo Castellani, Claudio Gallo, Luciano Lanna, Lucrezia Ercoli, e altri ancora.
«Samsara è nato come un progetto culturale indipendente e sperimentale, che ha l’ambizione di mettere in relazione linguaggi diversi –dalla filosofia alla musica, dall’arte alla spiritualità– per offrire spazi di confronto e pensiero in un’epoca dominata dalla velocità e dalla semplificazione».
L’obiettivo, per gli ideatori, è stato «costruire un laboratorio diffuso, dedicato alla rigenerazione del pensiero e alla riflessione intergenerazionale, mettendo in rete realtà culturali locali e nazionali, con una progettualità che puntava a promuovere un modello di partecipazione profonda, capace di intrecciare linguaggi differenti e stimolare forme di cittadinanza attiva».
E aggiungono: «Crediamo che il ruolo delle istituzioni sia quello di sostenere la cultura in ambito “sociale” in tutte le sue forme, anche sperimentali, anche minoritarie, anche non convenzionali… perché è proprio da questi semi che nascono le visioni del domani».

Anche la partecipazione è stata valutata positivamente dagli organizzatori, sia in termini quantitativi sia qualitativi, «con un pubblico attento, motivato e proveniente anche da fuori regione». La rassegna –precisano– è stata concepita per «generare riflessioni durature, non picchi di audience estemporanei».
Soddisfatto anche il vicesindaco Alessandro Cammarata, principale artefice dell’evento a livello locale: «Abbiamo dato vita a qualcosa di differente dal resto della già ricca offerta proposta dal Comune attraverso gli eventi del Mese della Cultura, andando ad aggiungere valore e importanti spazi di riflessione».
A chiusura del progetto -che, oltre al festival vero e proprio, ha visto tre eventi “di avvicinamento” nei mesi scorsi– il 26 giugno (prima serata dei “Giovedì a Carmagnola”) è in programma il “Forum Samsara Off”, un appuntamento interamente dedicato alle associazioni locali, durante il quale verranno presentati i principali progetti sociali attivi sul territorio.
«Anche questo evento sarà gratuito e aperto a tutti, in continuità con l’idea di cultura come motore sociale che ha ispirato l’intera rassegna», conclude Cammarata.