Carmagnola: al via il festival Samsara, con sit-in di protesta

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Si è aperta ieri sera a Carmagnola la tre-giorni del festival “Samsara – Il ciclo delle idee”, con centrosinistra e associazioni a contestare la kermesse attraverso un sit-in pacifico di protesta.

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Un momento della manifestazione pacifica di protesta organizzata in parallelo all’avvio del festival Samsara a Carmagnola

Tra saluti istituzionali, riflessioni di geopolitica internazionale, sit-in di protesta e forze dell’ordine a tenere d’occhio la situazione si è aperta ieri sera a Carmagnola la prima edizione del festival “Samsara – Il ciclo delle idee”, promosso dal Comune e dall’Assessorato alle Politiche sociali della Regione, guidato dall’assessore Maurizio Marrone.

Sul palco all’ombra del castello municipale -allestito con una imponente scenografia di ledwall- il vicesindaco Alessandro Cammarata ha ufficialmente dato il via alla kermesse ricordando che «non c’è niente di più sociale della Cultura».

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Il saluto istituzionale in apertura del festival, con l’assessore regionale Marrone, la sindaca Gaveglio, il vicesindaco Cammarata e il direttore artistico Caputo

La parola è quindi passata al primo di tanti ospiti –Dario Fabbri, direttore di Domino, intervistato dal direttore artistico Sebastiano Caputo– che (in collegamento, causa sciopero dei treni) ha affrontato il tema del “nuovo ordine internazionale” e delle sfide geo-politiche in atto.

La serata è quindi proseguita con riflessioni sul Piemonte come avanguardia tecnologica e versi di poesia, inaugurando quello che sarà il format replicato anche oggi e domani, con tanti ospiti a dialogare su tematiche differenti: qui tutto il programma.

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Il pubblico presente al primo evento di Samsara, nel cortile del castello municipale

La protesta contro le spese del festival

A pochi metri di distanza -con una dozzina tra carabinieri e agenti della Polizia locale a tenere d’occhio la situazione con discrezione- si è svolto pacificamente il sit-in di protesta convocato da alcuni esponenti del centrosinistra e di associazioni carmagnolesi e diffuso tramite il tam tam sui social, che ha visto la presenza di una sessantina di persone tra cui l’ex sindaco Angelo Elia.

Al centro della contestazione, il fatto che Samsara sia stato finanziato dall’Assessorato regionali alle Politiche sociali con una spesa di 100 mila euro che, secondo i partecipanti al sit-in, si sarebbero dovuti investire in altre azioni.

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Uno dei cartelli esposti dai contestatori, che riassume il senso della protesta

Da qui gli slogan presenti sui diversi cartelli esposti silenziosamente dai manifestanti: da “Cittadino tu risparmia che Samsara li spende” a “Quanto costano gli ospiti?” fino al riassuntivo “100 mila euro a Samsara tolti alle Politiche sociali… ma alle fasce deboli quanto spetta?”.

Veniva quindi messa in evidenza una serie di servizi sociali penalizzati, per la cui situazione è stato ironicamente detto “Grazie, Samsara!”: dai tagli all’Auser e al Consorzio socioassitenziale CISA31 al rischio-chiusura in estate per il Centro diurno socio-terapico, dalla sospensione della Ludoteca alle minori ore per la mediazione culturale e le persone con disabilità.

I partecipanti al sit-in contro le spese per Samsara a Carmagnola

«Le associazioni che operano nel sociale non sono mai state realmente coinvolte in questa iniziativa, ma solo riunite un paio di volte per essere informate, senza alcuno spazio per il confronto sui temi reali -ha accusato Sara Martini (AVS), una delle promotrici della protesta- Tutto il festival, inoltre, presenta chiaramente una cultura di parte, con uno degli ospiti principali, Vittorio Feltri, che proprio nelle scorse ore è stato sospeso per quattro mesi dall’Ordine dei Giornalisti per alcune sue dichiarazioni deliranti e razziste».

Martini ha anche dichiarato che le spese per Samsara sono ora al vaglio di alcune consigliere regionali, che hanno chiesto di fare accesso agli atti «per fare chiarezza su come siano stati davvero impegnati i 100 mila euro dell’Assessorato alle Politiche sociali, scoprendo già fin da ora che oltre la metà della cifra, 53 mila euro, è stata investita in comunicazione. Un costo assurdo».

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