A Santena una petizione per salvare gli alberi di piazza Martiri della Libertà, dove sono appena partiti i lavori di riqualificazione: il Comitato chiede una variante al progetto, con diffida formale al Comune.

A Santena torna ad accendersi la polemica intorno ai lavori di riqualificazione in piazza Martiri della Libertà: al centro della contestazione, ora, finisce il previsto abbattimento di alcuni degli alberi storici presenti nel “salotto” cittadino.
Il Comitato cittadino promotore della petizione per una variante al progetto di rifacimento della piazza, insieme all’Associazione SEquS – Sostenibilità Equità Solidarietà, ha infatti espresso una ferma opposizione all’avvio dei lavori voluti dalla Giunta Ghio.
La contestazione -sostenuta da una petizione con oltre 400 firme raccolte– riguarda in particolare l’abbattimento previsto di diverse alberature storiche: un abete trentennale, tre magnolie, tre lagerstroemie e tre biancospini.
«Si tratta di esemplari maturi che offrono servizi ecosistemici fondamentali: dalla regolazione del microclima urbano all’assorbimento di CO2, dalla protezione del suolo alla conservazione della biodiversità», spiegano i promotori.
Secondo il Comitato e gli ambientalisti, l’eventuale sostituzione con nuove piante non può compensare l’immediata perdita ecologica, né dal punto di vista ambientale né da quello identitario.
Bocciata anche la soluzione ipotizzata del sindaco Roberto Ghio, che ha proposto il trasferimento dell’abete in aree private o sedi associative: «Un albero radicato in un contesto pubblico non può essere sottratto alla collettività; tanto meno spostato in aree non accessibili, senza certezze su costi, tecnologie e rischi per la sopravvivenza della pianta».
Oltre alla petizione, che ha raccolto centinaia di firme, lo scorso 13 giugno il Comitato e il Circolo SEquS, rappresentati legalmente dall’avvocata Virginia Cuffaro, hanno notificato una formale diffida al Comune, ricordando che attualmente vigono normative europee e nazionali che vietano interventi sulle alberature durante il periodo di nidificazione dell’avifauna.
I contestatori si dichiarano comunque aperti al dialogo e al confronto con l’Amministrazione: «Trasparenza, partecipazione e rispetto per l’ambiente devono tornare al centro dell’azione pubblica –concludono– Invitiamo il Comune a sospendere l’intervento e ascoltare le istanze dei 400 firmatari della petizione, cittadini che chiedono una riflessione più profonda, basata su dati scientifici e progettualità alternativa».