Le opposizioni, PD in testa, attaccano la Giunta Gaveglio sulla scelta, diventata ufficiale, di affidare a una ditta esterna l’asilo nido comunale di Carmagnola. Ma l’Amministrazione tira dritto.

Un dialogo tra sordi: così si può sintetizzare la “discussione” in Consiglio comunale a Carmagnola sul futuro affidamento a una ditta esterna dell’asilo nido “Sebastiano Craveri”, sollecitata da un’interpellanza presentata dalle opposizioni.
Da un lato l’Amministrazione, che ha confermato e ufficializzato la scelta di procedere verso la gestione esterna della struttura didattica di zona Lame; dall’altro il centrosinistra, che ha nuovamente alzato la voce ma senza trovare un vero confronto.
In aula, decine di persone –genitori, operatori ed ex operatori del servizio– che hanno seguito con attenzione; al termine, dal pubblico si sono levati mormorii di disappunto.
«Il raddoppio del nido, con 60 nuovi posti, è un impegno che questa Amministrazione si è assunta, ma il tutto deve avvenire a costi sostenibili –ha esordito la sindaca Ivana Gaveglio- L’esperienza eccellente del Craveri resterà al centro del progetto educativo e verrà replicata anche nel nuovo plesso. Integrare pubblico e privato migliora il servizio, come dimostrano esperienze a Torino e Moncalieri. Il Comune manterrà comunque il pieno controllo».
L’assessora al personale, Simona Bertero, ha aggiunto che il Comune seguirà l’iter previsto dalla normativa relative ai contratti in essere: «Non intendiamo smantellare l’équipe esistente, anzi valuteremo come conservarla nell’ambito della futura gestione esternalizzata».
Durissime, invece, le critiche piovute dai banchi del Partito Democratico. Per il consigliere Federico Tosco «un asilo non si costruisce solo con quattro mura, ma con il personale che ci lavora», accusando l’Amministrazione di aver sempre respinto il confronto, trattando la questione con superficialità.
«Mi risulta difficile capire come si possa replicare il servizio esistente, che la stessa Amministrazione è a livelli di eccellenza, sostituendo la gestione comunale con quella di una cooperativa esterna e nuova», ha aggiunto.
Sulla stessa linea il collega di partito Paolo Sibona, che ha parlato di «decisione scellerata, presa con il solo criterio del risparmio» e ha poi messo in dubbio anche il fatto che la piena esternalizzazione del servizio possa davvero portare a un contenimento dei costi.
Il capogruppo Dem ha quindi lanciato una proposta, rimasta però priva di risposta e sostanzialmente inascoltata: «I Comuni citati hanno fatto un’integrazione graduale, affiancando il nuovo personale esterno, anche interinale, ai vecchi dipendenti. Perché non seguire questa strada anche a Carmagnola, come peraltro fanno tante aziende?».
Lo scontro politico, a margine, ha anche riguardato i rapporti sindacali: le opposizioni, nell’interpellanza, avevano infatti citato una lettera inviata unitariamente da CGIL, CISL e UIL a cui l’Amministrazione Gaveglio non avrebbe mai dato risposta.
«Solo questa sera, con l’approvazione del Documento di Programmazione, abbiamo ufficialmente avviato la procedura per affidare la gestione in esterna -si sono difese Gaveglio e Bertero- Di cosa avremmo parlato, prima, con i sindacati?».
Diversa la lettura di Tosco e Sibona: «La cortesia istituzionale avrebbe previsto, comunque, una risposta. Ma la cosa più grave è voler aprire il “confronto” con le parti a cose fatte, dopo che una decisione è già stata presa. Non è un modo corretto di agire».















































