Intervista al presidente Ascom di Carmagnola, Giuseppe “Beppe” Lanfranco, nel suo duplice anniversario lavorativo: mezzo secolo di lavoro, di cui 25 nella sua azienda Caronline.

C’è un tratto ricorrente in Giuseppe “Beppe” Lanfranco, titolare di Caronline da 25 anni e attuale presidente Ascom di Carmagnola: la volontà di lasciare un segno, anche piccolo, ma positivo.
Cinquant’anni di lavoro alle spalle -gli ultimi venticinque dei quali nella realtà che ha costruito a Carmagnola– e un’idea molto chiara: il compito di ciascuno è lasciare dietro di sé, almeno, una traccia non negativa.
«Mi piace pensare di poter lasciare un ricordo gradevole a chi ho incontrato, per i miei nipoti, per i clienti –esordisce- Viviamo in un Paese fortunato, nonostante tutto: è un dovere restituire al prossimo, a coloro che abbiamo incontrato sulla nostra strada, un po’ del bene che abbiamo ricevuto».
Chi è Giuseppe Lanfranco, come persona e come professionista?
Ho 69 anni, sono nato a Poirino e sono sposato con Marisa; abbiamo una figlia e dei nipoti fantastici. Dal 2000 vivo tra Carmagnola e Torino. Come persona cerco di non lasciare un impatto negativo e, se possibile, di trasmettere positività a chi incontro. Sul lavoro ho sempre creduto che “se ami ciò che fai, non lavori neanche un giorno della tua vita”. La parte più bella resta il contatto con le persone: incontri sinceri, scambi che arricchiscono, relazioni che ti rimangono dentro e ti aiutano a capire la vita nelle sue forme e situazioni più diverse.
E come presidente dell’Ascom di Carmagnola?
L’Ascom ti apre un mondo: di opportunità, ma anche di problematiche e di soluzioni da costruire. Ti permette di essere utile in ambiti diversi, di raccogliere le istanze più delicate del commercio e cercare risposte concrete.
Oggi il commercio vive un contesto difficile e complesso ovunque. È fragile, attaccato da ogni lato, e non possiamo permetterci la desertificazione dei centri urbani, perché le città senza negozi si spengono.
Gli enti pubblici, da soli, non possono risolvere il problema: siamo noi operatori che dobbiamo portare idee, risorse ed energie. L’Ascom ha il compito di contribuire a invertire questa tendenza, perché senza commercio il rischio sociale diventa serio, soprattutto nelle piccole e medie città.
Questo lavoro di ascolto e collaborazione ha già prodotto risultati concreti?
Direi proprio di sì. Il 18 dicembre è arrivata una notizia ufficiale molto importante: Carmagnola si è classificata prima nella graduatoria dei 59 Comuni – Distretti del Commercio che hanno partecipato al bando regionale dei DUC per l’assegnazione dei fondi europei 2026. È il risultato di un vero lavoro di squadra, che ha visto collaborare Ascom Carmagnola, Ascom Torino, il Comune e consulenti di assoluto valore. Non solo siamo rientrati tra i beneficiari, ma ci siamo classificati al primo posto.
Su 59 Comuni partecipanti, solo 29 riceveranno il contributo della Regione Piemonte; circa la metà è rimasta esclusa. Carmagnola riceverà 360.000 euro, che andranno a favore del commercio cittadino e della città nel suo insieme. È un risultato che certifica che la strada che stiamo percorrendo come squadra, come Associazione e come territorio è quella giusta. E ci dà ancora più motivazione per andare avanti.
Che significato ha per lei ricoprire il ruolo di presidente dell’Ascom?
È un onore, ma soprattutto una responsabilità. Come Ascom vogliamo essere un interlocutore affidabile e positivo per l’Amministrazione, lavorando per trovare soluzioni utili al Commercio e alla Comunità. “Insieme” è la parola chiave: l’obiettivo è un commercio positivo, protagonista di una città viva, capace di costruire una buona qualità della vita complessiva.Servono partecipazione -anche economica- responsabilità e coinvolgimento dei commercianti. Quando un commerciante contribuisce a un’iniziativa non lo fa per me, ma per la propria attività e per il proprio futuro. Criticare è facile; partecipare attivamente, attraverso il dialogo, è ciò che fa davvero la differenza.
Torniamo a Caronline. Arrivare a 25 anni di attività significa aver costruito qualcosa che dura. Qual è il principio che l’ha guidata con costanza?
Il rispetto del cliente. Sempre. Le automobili cambiano, le tecnologie pure, ma se rispetti la persona che hai davanti fai il miglior investimento possibile: in quel momento costruisci qualcosa di buono. Buon senso, ascolto delle esigenze della clientela e correttezza sono la base di un’attività che resiste nel tempo. La nostra azienda è complessa, strutturata in cinque aree molto diverse -tra vendita, finanziamenti, noleggio, officina e magazzino- e in ognuna cerchiamo di dare il massimo, offrendo risposte serie, risolutive e adeguate.
Guardando il “quarto di secolo” in concessionaria e i suoi 50 anni di lavoro, cosa le ha dato più soddisfazione: i risultati o il percorso?
La vita dell’imprenditore è fatta anche di momenti molto difficili. Io e mia moglie ne abbiamo vissuti più di uno. Ma da una situazione negativa bisogna trarre insegnamento. Siamo arrivati a Carmagnola proprio grazie a una crisi, e qui abbiamo trovato un ambiente accogliente e stimolante, che è diventato casa. Per questo saremo sempre grati ai clienti, agli amici e alle persone che abbiamo incontrato qui in questi anni.
Ogni anniversario spinge a guardare avanti: cosa la motiva ancora oggi?
Continuare a migliorare l’azienda, farla crescere su basi solide e darle un futuro sereno. Prima o poi smetterò di lavorare, succederà. Ma fino ad allora voglio lasciare qualcosa di stabile, ben costruito, magari anche un po’ più ampio.
Per finire, la domanda che tutti i carmagnolesi si pongono: “Cume la paguma?”
“Se as duma da fè, travaiuma”: se ci diamo da fare, ce la facciamo, sempre tutti insieme. Se ci alziamo al mattino col sorriso e lavoriamo con impegno e serietà… la paguma! Altroché. Non ci sono dubbi.












































