Angelo Piccolo: “Il Pd di Carmagnola riparta dalla dimensione umana”

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Intervista al neo-segretario carmagnolese del Partito Democratico, Angelo Piccolo, sui temi politici locali e nazionali: “dobbiamo essere inclusivi, ascoltare e trovare soluzioni condivise”.

Angelo Piccolo PD Carmagnola
Angelo Piccolo è stato eletto nuovo segretario del Partito Democratico di Carmagnola

Appena eletto nuovo segretario cittadino del Partito Democratico di Carmagnola, l’ex consigliere Angelo Piccolo ha risposto ad alcune domande riguardo al suo nuovo impegno e alla sua visione della politica locale.

In un momento così complesso, da dove nasce la volontà di proporsi come segretario?
Siamo in una fase in cui fare Politica, almeno a livello locale, è quasi una forma di volontariato. Non è semplice e io non ho studiato da segretario, ma sono sicuro che tutti all’interno del Circolo abbiamo ben presente che l’attribuzione di un incarico non è una delega. Noi sappiamo di essere una Comunità che fa le cose insieme e, in questi giorni, ho ricevuto molti segnali d’appoggio che mi fanno guardare con fiducia al futuro e alla responsabilità che mi sono assunto.

Pd Carmagnola: Angelo Piccolo eletto nuovo segretario cittadino

Quali dovrebbero essere le priorità del PD a livello nazionale?
Gli ultimi due anni ci hanno esposto a una pressione mai sperimentata e hanno messo in crisi almeno quattro pilastri fondamentali per la nostra società. In primo luogo la Sanità: una Politica sana e seria deve fare investimenti in questo ambito. Quindi il lavoro: i ristori non hanno compensato le grosse perdite di questi anni e sono necessari interventi decisi. La scuola, poi, è stata uno degli ambiti che hanno subito maggiormente l’impatto della pandemia, soprattutto a causa della didattica a distanza, che ha scardinato la dimensione sociale. Infine la famiglia, che è stata condizionata da tutte le dinamiche che ho citato e mai come ora ha bisogno di essere supportata. Questi sono gli orizzonti a cui il partito deve guardare.

Quali sono invece le prospettive a livello locale?
Dobbiamo tornare ad avere un luogo fisico dove incontrarci e parlare non in modo esclusivo ma inclusivo: far sapere ai cittadini che ci siamo anche noi e che il nostro ruolo è quello di ascoltare, trovare insieme soluzioni e indirizzare richieste a chi amministra. Essere in minoranza non significa delegare tutto a chi ha vinto le elezioni: sappiamo che c’è una parte di popolazione che non è rappresentata dalle politiche di questa Amministrazione. La dimensione umana è quella che ci caratterizza ed è l’unica che può portare un partito a essere davvero inclusivo e rappresentativo.
È importante anche che Carmagnola torni ad avere una maggiore considerazione a livello regionale: non è possibile che una città come la nostra abbia il Pronto Soccorso chiuso di notte, mentre i membri della Giunta regionale vengono in pompa magna a inaugurare poli logistici. Dobbiamo garantire a Carmagnola un maggiore peso politico e l’attenzione che merita.

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Oltre alle difficoltà portate dal momento storico, il PD arriva anche da una pesante sconfitta alle ultime amministrative…
Sì, ma arriviamo da un’esperienza di campagna elettorale che ci ha permesso di creare importantissimi momenti di aggregazione, che sono da salvaguardare indipendentemente dall’esito dato dalle urne. È stata una competizione un po’ impari, anche a causa della disgregazione creata dal Covid, molti cittadini hanno avuto modo di toccare con mano l’ordinaria amministrazione della Giunta uscente e molto meno la nostra proposta. Ma il risultato è stato chiaro e va accettato, dobbiamo anzi prendere spunto dall’esperienza per impostare il lavoro dei prossimi anni.

Come valuta l’operato di questa Amministrazione e le dinamiche del Consiglio comunale?
Durante la mia esperienza in Consiglio, con la Giunta Testa, le condizioni economiche erano molto diverse da quelle attuali: c’erano forti restrizioni dal punto di vista del bilancio. Non dico che oggi sia facile amministrare, ma sicuramente ci sono maggiori risorse da mettere in campo per realizzare le proposte elettorali. Credo che a Carmagnola non ci sia un vero centrodestra, ma una destra. Noi come minoranza abbiamo l’obbligo di fare di più dentro e fuori dal Palazzo, perché ho la sensazione che la popolazione sia assuefatta ad alcune situazioni che non dovrebbero essere considerate normali: per esempio la gestione poco democratica del Consiglio comunale. Dobbiamo impostare la nostra opposizione senza timore reverenziale, senza paura di dire ai cittadini cosa non ci piace di quello che fa questa Amministrazione. A Carmagnola stanno accadendo cose mai viste e fa parte del ruolo dell’opposizione chiedere risposte, anche su questioni di opportunità politica.

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