Cercatori di tartufi protagonisti di una mostra fotografica in San Filippo

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Sabato 10 e domenica 11 marzo, le fotografie di Giovanni Cappello saranno protagoniste di una mostra su “Tabui, trifule e trifulao a Moncalvo e dintorni”.

L’esposizione è organizzata dal circolo fotografico “La Fonte” in collaborazione con il Comune di Carmagnola.

La mostra sarà allestita nella Chiesa di San Filippo a Carmagnola.

In merito al “Perché una mostra fotografica sul mondo dei cercatori di tartufi”, Cappello così commenta:

«Non so nulla di tabui, trifulao, trifule e Monferrato. Mi sono tuffato in questo mondo quasi per caso, spinto dalla mia passione irrazionale di fotografare e di incontrare mondi e persone a me sconosciuti entrando a capofitto e senza rete nelle loro storie. Conversando fra amici durante un pranzo a La Ca dj Amis sulla strada Casale di Moncalvo, faccio conoscenza di Aldo Issopo, uomo simpatico, vignaiolo, ristoratore e cercatore di tartufi della zona, un trifulao insomma. Gli chiedo se posso venirlo a fotografare mentre cerca tartufi e lui, contrariamente alle mie aspettative, mi risponde di sì, che non c’è problema. Mi mostra anche delle foto che qualche anno fa gli hanno già fatto. Belle foto. Siamo a maggio e bisogna aspettare fino a ottobre, quando comincia la stagione delle trifule, il tuber magnatum pico, il tartufo bianco d’eccellenza.

Nel corso dell’estate la faccenda si allarga, amici miei con natali nella città di Moncalvo, ne parlano con un assessore e l’assessore ne parla con la presidente dell’Associazione della Fiera del Tartufo di Moncalvo che ne parla con il presidente dell’”Associazione Tartufai delle Terre Aleramiche”, tartufai del territorio e le quattro chiacchiere diventano un progetto serio. È così che mi ritrovo a documentarmi, sfogliando centinaia di pagine web su internet e parlando con i trifulao della zona mentre li seguo nella loro ricerca. Continuo a essere un ignorante, ci mancherebbe, non basta un’infarinatura superficiale per diventare esperti. E così, da ignorante, propongo quello che mi sembra di avere capito di questa faccenda così intrigante e per certi aspetti così misteriosa. Spero che questa confessione di colpa preventiva mi preservi dall’essere giudicato un presuntuoso pressappochista. Sono soltanto uno curioso, facilmente affascinato da quello che non conosco, disponibile ad ascoltare e a credere a tutto quello che mi viene raccontato, per raccontarlo a mia volta, con la stessa leggera ingenuità che ho ereditato da mio padre.

Devo ancora confessare la mia convinzione che mai un trifulao mi avrebbe permesso di accompagnarlo nella sua ricerca e tantomeno di fotografarlo. Quando l’ho chiesto la prima volta ad Aldo mi aspettavo un sereno rifiuto, accompagnato da una scusa qualunque. Così non è stato, anzi. Come potrete vedere e sentire ho trovato persone disponibili a farmi entrare in un mondo complesso e a partecipare al loro ‘gioco’. Un gioco che ricorda gli scacchi, quando si misura con i compagni di avventura, alla ricerca perenne di spiazzare gli ‘avversari’ per mantenere il dominio sulla scacchiera dei prati e dei boschi. Un gioco che sfiora l’archeologia, quando cerca di decifrare i segni del terreno e della storia per portare alla luce il reperto capace di fare la storia dei tartufai di Moncalvo: il tartufo più grande mai visto, il Santo Graal che corre davanti a tutti loro e si nasconde nella terra umida sotto le foglie che l’inverno sta per trasformare in humus per preparare, ancora una volta, la prossima stagione.

Andiamo dunque con questi cavalieri erranti che dal tempo dei tempi sono alla ricerca del Graal da esporre alla prossima Fiera del Tartufo di Moncalvo, per la gioia di quelli che come me sanno soltanto che il tartufo è buono sulle tagliatelle, sulla carne cruda e sull’uovo».

Sarà possibile visitare la mostra il sabato dalle ore 16 alle 18:30 e la domenica in orario 10-12 / 14:30-18:30.