Il carmagnolese Daniele Mandarano, tra i fondatori del Circolo Margot, è stato eletto nuovo presidente del Comitato provinciale Arci Torino.

Daniele Mandarano, 37 anni, originario di Carmagnola, è stato eletto nuovo presidente del Comitato provinciale Arci Torino, al termine dell’ottavo congresso tenutosi alle Fonderie Limone di Moncalieri, alla presenza di 163 delegati in rappresentanza dei 184 Circoli affiliati.
Attivo nell’associazionismo da anni, Mandarano è stato tra i fondatori del Circolo Margot di Carmagnola, che ha presieduto dal 2010 al 2014. Negli ultimi anni ha seguito il coordinamento del Centro Servizi di via Verdi, a Torino.
Subentra ad Andrea Polacchi, presidente dal 2016, e sarà affiancato da due vicepresidenti: Luca Bosonetto e Anna Maria Bava. Il nuovo Direttivo di Arci Torino è a maggioranza femminile e vede la presenza, tra gli altri, di Alina Seiceanu, attuale presidentessa del Margot, e della carignanese Odilia Negro di TraMe.
Mandarano guiderà un’Associazione in forte crescita: oggi Arci Torino conta oltre 81.000 soci e 184 circoli, il 72% in più rispetto al 2016. Promuove ogni anno migliaia di iniziative culturali, sociali e di solidarietà: dal festival Jazz is Dead! alle mense del progetto Fooding, dagli spazi di aggregazione per riders alle aule studio per studenti.
«Raccolgo con entusiasmo e senso di responsabilità il testimone di un Comitato che, grazie all’impegno di Andrea Polacchi e di tutta la dirigenza, ha saputo crescere, innovare e costruire legami forti sul territorio -sono le prime parole del neo presidente- Porteremo avanti questo percorso, sostenendo i circoli e valorizzando la loro autonomia e capacità di iniziativa».
Per Mandarano, Arci Torino continuerà a essere uno spazio aperto, libero e accogliente: «un luogo dove la partecipazione, la cultura e il mutualismo non sono parole astratte, ma pratiche quotidiane -aggiunge- Al centro ci sono sempre le persone, i percorsi collettivi, le storie che danno vita ai circoli, vere e proprie comunità in movimento. Arci Torino è una rete viva, plurale».
Tra le priorità, quella di parlare alle fasce più fragili della società, restituendo dignità e costruendo alternative, oltre all’impegno per i diritti e per la pace, sempre a fianco del popolo palestinese.
E conclude: «Guardando ai prossimi anni, lavoreremo con determinazione sul fronte delle politiche educative, perché crediamo che la cultura, l’accesso alla conoscenza e la formazione critica siano strumenti fondamentali di emancipazione individuale e collettiva. Abbiamo davanti sfide importanti, ma anche una comunità straordinaria che non smette mai di costruire alternative. Insieme, continueremo a farlo».