Ex Ilva di Racconigi, lavoratori in sciopero con presidio davanti ai cancelli

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I lavoratori dell’ex Ilva di Racconigi hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato dai sindacati metalmeccanici, con un presidio per contestare la cassa integrazione che da novembre potrà colpire fino a 80 degli 87 dipendenti. Confronto tra l’Amministrazione Oderda e la FIOM sul futuro di Acciaierie d’Italia.

ex ilva racconigi scioper 16 ottobre
I dipendenti dell’acciaieria di Racconigi presenti allo sciopero del 16 ottobre

Nella mattina di ieri, giovedì 16 ottobre 2025, i lavoratori dell’ex Ilva di Racconigi hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato dai sindacati metalmeccanici, manifestando in presidio davanti ai cancelli per contestare la cassa integrazione per i dipendenti di Acciaierie d’Italia.

La protesta è frutto della decisione del Ministero del Lavoro di autorizzare l’azienda ad incrementare del 50% il numero di addetti in cassa integrazione, portandoli complessivamente da 3.062 a 4.450 unità in tutta Italia.

A Racconigi questo avrebbe un impatto drammatico in quanto rimarrebbero nello stabilimento meno di 10 dipendenti, con gli ammortizzatori sociali che potrebbero arrivare a coinvolgere 80 lavoratori sugli 87 in organico entro l’inizio di novembre,  mettendo a rischio la continuità produttiva e i livelli occupazionali locali.

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Poche le certezze anche sul piano del risanamento aziendale. Il secondo bando di gara per la cessione dell’ex Ilva, che si è chiuso il 26 settembre scorso, ha visto la presentazione di dieci proposte, di cui solo due riguardano l’intero gruppo, mentre le altre restano limitate a singoli asset produttivi.

Diversi gruppi imprenditoriali hanno manifestato interesse verso il sito di Racconigi, esprimendo la volontà di investire capitali propri per sviluppare un progetto industriale significativo sul territorio, parlando anche di sostenibilità e di ammodernamento degli impianti.

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A condividere la preoccupazione, ieri, c’era anche l’Amministrazione racconigese, rappresentata dal vicesindaco Alessandro Tribaudino e dal sindaco Valerio Oderda che hanno portato la loro solidarietà ai lavoratori, assicurando il pieno sostegno istituzionale nella vertenza in corso.

«Siamo impegnati da anni a fianco dei lavoratori Ilva e oggi vi siamo più vicini che mai -ha dichiarato Tribaudino davanti ai lavoratori in protesta- Ce la metteremo tutta e non molleremo fino a quando non si troverà la miglior soluzione possibile per lo stabilimento racconigese, ma dobbiamo fare in fretta: sempre più persone cercano di trovare altre soluzioni. Meno lavoratori resteranno, più sarà facile venga decisa la chiusura dello stabilimento. Questo non deve succedere».

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Oderda ha voluto quindi lanciare un messaggio di incoraggiamento e allo stesso tempo di realismo, indicando una possibile nuova strada da seguire per non perdere la speranza in un futuro di lavoro e sviluppo sul territorio.

«Lo stabilimento Ilva di Racconigi, in una delle province più produttive d’Italia, ha dipendenti che offrono da sempre una qualità assoluta e che hanno contribuito non poco a rendere davvero grande questa azienda –ha dichiarato- Ma oggi la realtà nazionale è difficile e rispetto a queste dinamiche Racconigi è, purtroppo, solo una piccola parte del tutto. Però questa piccola parte, in questi mesi, è stata oggetto di assoluta attenzione da parte di una serie di gruppi che hanno la volontà di investire e garantire ai dipendenti e al territorio un progetto di sviluppo significativo».

Il sindaco si è quindi rivolto ai sindacati: «Dico a tutti che potrebbe essere saggio valutare con attenzione queste offerte e sceglierne una, la migliore, facendo così in modo che le maestranze possano portare a casa risultati concreti in termini di lavoro e di crescita, non solo nel breve ma anche nel lungo termine. Invitiamo tutte le parti in causa ad ampliare lo sguardo e a valutare attentamente la possibilità di percorrere altre strade».

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Parole che hanno suscitato le reazioni del sindacato a queste parole di futuro per l’Ilva. «La FIOM, unico sindacato presente oggi nello stabilimento, ha come priorità quello di far si che tutta l’acciaieria resti unita nel suo assetto generale e che l’eventuale vendita avvenga in blocco: siamo l’unica acciaieria italiana e non vorremmo scorporare ogni stabilimento -è la replica del delegato Alessio BubbaOvviamente se nei prossimi mesi non si vedranno soluzioni, si guarderà a chi è interessato all’acquisizione parziale».

Quindi potreste essere disposti a valutare anche questa proposta? «Ovviamente se qualcuno fosse interessato al sito di Racconigi ben venga: però, a oggi, non vi sono proposte ben specificate e, soprattutto, sia chiaro che non accettiamo nulla che non abbia delle condizioni certe e concrete per evitare quanto accaduto in passato dove ci abbiamo rimesso molto. Nel caso dovessimo arrivare proposte, ci siederemmo ai tavoli e ne discuteremo».

Il prossimo appuntamento istituzionale è ora fissato per il 28 ottobre, in Regione. «Andremo a chiedere aiuto -ha aggiunto Domenico Calabrese, segretario provinciale FIOM CGILSiamo consapevoli che la cassa integrazione, quasi a zero or,e non sarà breve, perché qualsiasi sia la posizione che verrà presa non sarà immediata: per questo servono con urgenza aiuti economici da parte del Governo».

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