La scuola media di Piobesi aiuta i migranti in Bosnia

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Alla scuola media di Piobesi Torinese è stata organizzata una raccolta fondi a favore dei migranti in Bosnia: forte adesione da parte dei ragazzi e dalle loro famiglie, incoraggiati dagli insegnanti.

migranti in bosnia
La scuola media di Piobesi ha organizzato una raccolta fondi a favore dei migranti in Bosnia, in collaborazione con il Sermig (foto di Matteo Placucci – www.sermig.org)

Alla scuola media di Piobesi Torinese, nelle scorse settimane, gli insegnanti e i ragazzi hanno organizzato una raccolta fondi per acquistare dei sacchi a pelo da inviare ai migranti in Bosnia, in collaborazione con il Sermig – Servizio Missionario Giovani.

Il Sermig è una fraternità, fondata nel 1964 da Ernesto Olivero, sua moglie Maria e un gruppo di giovani, con l’obiettivo di vivere secondo i valori del Vangelo e in solidarietà verso i più poveri. Ad oggi conta quattro “arsenali della Pace”: due in Italia (di cui uno a Torino, il primo, vero e proprio ex arsenale militare), uno in Giordania e uno in Brasile. A Cumiana invece è presente il Villaggio Globale, luogo in cui giungono ogni anno tonnellate di materiali destinati ai più bisognosi e poi distribuiti anche in diversi Stati, e dove sono presenti orti e spazi per la sperimentazione scientifica, ad esempio per ricercare soluzioni alla fame nel mondo.

L’idea è nata casualmente -racconta l’insegnante di inglese della scuola, Patrizia RibechiniFaccio parte come laica di una comunità monastica e ci era giunta la notizia della necessità di sacchi a pelo da inviare ai migranti in Bosnia da parte del Sermig Villaggio Globale di Cumiana“. La docente ha pensato quindi di proporre l’iniziativa ai suoi colleghi: “Ultimamente a scuola non succede nulla, con il rischio di far vedere ai ragazzi solo l’emergenza Covid e la crisi del governo. Era importante anche iniziare ad aprire gli occhi verso l’esterno“, spiega.

Ribechini ha quindi contattato i colleghi per sentire anche il loro parere: vista la loro adesione hanno iniziato a mettere in moto il progetto e a organizzare la raccolta fondi. “Abbiamo iniziato a guardare i prezzi e a confrontarli, tra diversi negozi. Alla fine abbiamo pensato che magari saremmo riusciti a comprare un sacco a pelo, chiedendo ai ragazzi di portare un euro a scuola e spiegando loro l’obiettivo di tutto ciò“.

Nelle classi gli insegnanti hanno quindi parlato agli studenti dei migranti in Bosnia: “Purtroppo abbiamo potuto discutere delle poche cose che si sanno: che è bruciato il campo profughi di Lipa, che la situazione è davvero drammatica -aggiunge Ribechini- Abbiamo anche chiesto a Rinaldo Canalis del Sermig di Cumiana di fare un intervento nelle classi“.

E così è stato: prima è stata organizzata la raccolta fondi, chiedendo ai ragazzi e alle loro famiglie tramite un avviso di portare un euro (chi voleva poteva anche contribuire con una somma più alta) e spiegando loro lo scopo dell’iniziativa.

In seguito, su tutte le Lim delle aule, ha parlato Rinaldo Canalis, incontrando i giovani a distanza: “L’intervento è stato di dieci minuti: ha spiegato il progetto, a cosa serve e di cosa c’è bisogno -chiarisce Ribechini- Dopo ci sono stati quaranta minuti circa di domande da parte dei ragazzi, a cui lui ha risposto: i nostri studenti sono curiosi di sapere e di capire, hanno ad esempio fatto domande sulla provenienza dei migranti, sulle cause di questo dramma. Sicuramente è stata una bella lezione di educazione civica. Addirittura un ragazzino, nonostante avesse già portato il suo contributo, ha ancora cercato nelle proprie tasche qualche spicciolo: sono rimasti molto toccati, e questo è bello… Il rischio sarebbe davvero di non accorgerci di cosa succede attorno a noi.”

La raccolta fondi, che è arrivata a 500 euro, ha permesso l’acquisto di quattro sacchi a pelo termici: “Li abbiamo acquistati a Torre Pellice e a Torino: è un bell’acquisto, più di quanto immaginavamo“, commenta la professoressa di inglese. I sacchi a pelo sono stati poi portati al Sermig di Cumiana, sono stati inscatolati e da lì inviati a Torino, da cui sono di nuovo partiti per raggiungere la Bosnia ed essere consegnati ai migranti.

L’aspetto positivo è che l’adesione è stata davvero elevata e rapida: in pochissimi giorni siamo riusciti a raccogliere tutto il denaro tra studenti e insegnanti –conclude la docente- Abbiamo bisogno di belle notizie!“.