Il direttore generale dell’Asl TO5, Bruno Osella, replica alle indiscrezioni sul cosiddetto “Dossier Bocconi” che vedrebbe, tra le altre cose, anche una possibile riconversione dell’ospedale San Lorenzo di Carmagnola: «non c’è niente di ufficiale». Si aspetta il Piano socio-sanitario regionale, previsto entro l’estate.

Una riconversione -o, meglio, “ridefinirne la vocazione, con un focus maggiore sulle attività assistenziali e riabilitative anziché sulla gestione delle patologie acute“: questo il futuro di alcune strutture sanitarie piemontesi, tra cui l’ospedale San Lorenzo di Carmagnola?
La “bomba” -riferita anche a una decina di altre strutture in tutto il Piemonte- è stata lanciata nei giorni scorsi da Lo Spiffero, portale sempre molto attento alla Politica regionale e alle sue dinamiche, parlando di un Dossier che la prestigiosa Università milanese avrebbe realizzato e consegnato all’Assessorato alla Sanità.
Interpellato in tal senso da “Il Carmagnolese”, il direttore generale dell’Asl TO5, Bruno Osella, getta acqua sul fuoco: «Al momento a me, ufficialmente, non risulta nulla: non ci sono pervenute documentazioni né ci sono state audizioni per discutere del futuro del San Lorenzo. Tanto meno abbiamo visto o discusso questo studio della Bocconi: ne siamo anche noi venuti a conoscenza dalle medesime indiscrezioni giornalistiche», stoppa sul nascere ogni possibile polemica.
Poi aggiunge: «A leggere così, in generale, si tratta di tematiche che si sentono e si discutono da almeno vent’anni, inclusi i numeri che porterebbero alla chiusura o alla “sopravvivenza” di alcuni reparti. Ma, ripeto, ad oggi di concreto non c’è niente».
A proposito di numeri: stando a quanto riporta sempre Lo Spiffero, il Dossier Bocconi per la Sanità piemontese fisserebbe anche la soglia minima per mantenere aperti i Pronto Soccorso a 15 mila utenti annui.
Visto anche quanto accaduto in passato, quello di Carmagnola sarebbe a rischio? «No -taglia corto Osella- Se anche questa soglia diventasse realtà, il San Lorenzo sarebbe al di sopra di oltre un migliaio di pazienti all’anno».
Resta però innegabile che, in qualche modo, il destino dell’ospedale carmagnolese sembra già orientato maggiormente all’assistenza e alla riabilitazione, vista la presenza di reparti quali Medicina interna, Lungodegenza, Fisiatria o Geriatria…
«Non si può negare che queste specialità, importanti per il territorio e per tutta la nostra Asl, identifichino già oggi la vocazione del San Lorenzo -replica Osella- Si tratta di servizi fondamentali, soprattutto per la popolazione anziana: è una fortuna, quindi, che siano presenti a Carmagnola e che funzionino bene».
Ma cosa c’è di concreto, quindi, in tutte queste parole che si stanno spendendo intorno agli ospedali e alla Sanità piemontese?
«La verità è che nei prossimi mesi deve essere messo a punto il prossimo Piano socio-sanitario regionale: anche per questo, le voci di ogni genere potranno farsi sempre più insistenti. E proprio per questo, ora, non darei credito a nessuna di esse -conclude il direttore generale dell’Asl TO5- Aspettiamo di vedere le indicazioni “nero su bianco”».
Il documento programmatico di Giunta e Consiglio regionale, stando a quanto annunciato, potrebbe vedere la luce entro l’estate.