La cappella di Pancalieri torna all’antico splendore

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Completato un accurato intervento di restauro della chiesa di Santa Maria della Pieve, a Pancalieri, voluto dall’Amministrazione comunale. Inaugurazione in programma sabato 16 marzo; viste anche durante le Giornate di Primavera del FAI.

Santa Maria della Pieve Pancalieri

Ritorna all’antico splendore la chiesa di Santa Maria della Pieve di Pancalieri, dopo un’accurata operazione di restauro voluta dal Comune.
Sabato, 16 marzo 2019, è in programma la cerimonia di inaugurazione e presentazione dei lavori di recupero della pieve.

La chiesa di Santa Maria della Pieve è una chiesa antichissima, collocata presso l’attuale cimitero comunale di Pancalieri. Costituiva con ogni probabilità, la prima parrocchia del paese, risalente al IV-V secolo d.C.

Grazie alla volontà dell’Amministrazione comunale di restituire il giusto decoro alla chiesetta, si è avviata nel 2015 la ricerca fondi per il restauro, avvenuto grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Crt.

I lavori -progettati e diretti dall’architetto Manuela Ghirardi- sono stati suddivisi in due lotti: gli esterni seguiti da Michelangelo Varetto del Consorzio San Luca e gli interni da Giorgio Perino di Fabrica Restauri, con la direzione operativa di Carmen Rossi. Il tutto coordinato dai funzionari della Soprintendenza di Torino e dall’architetto Giovanna Izzo del Comune, specializzata in restauro dei monumenti.

Il restauro filologico è stato condotto con la finalità di restituire alla Comunità gli elementi architettonici ed artistici emersi nel corso dei lavori, che hanno permesso di iniziare ad interpretare le principali fasi storiche della cappella.

Durante i lavori di manutenzione della copertura, si è scoperto che il tratto di muratura di collegamento tra la facciata nord della chiesa e i fabbricati adibiti ai servizi cimiteriali di epoca successiva, celava un’ampia porzione dell’abside romanica, nascondendo la presenza di una monofora murata e quella della tipica decorazione ad archetti in lateriziospiegano i curatori del restauroCosì il restauro conservativo delle facciate e la messa in luce dell’abside ha restituito alla cappella le originarie cromie contrastando nello stesso tempo il processo di degrado che rischiava di portare alla perdita irreparabile degli elementi decorativi“.

Gli interni della chiesa si presentavano molto degradati, con un apparato decorativo disomogeneo. Emergeva, sulla parete sud, un piccolo ma preziosissimo frammento di affresco raffigurante la Messa di San Gregorio.
Si tratta di un’iconografia abbastanza rara in Piemonte, che rappresenta la miracolosa apparizione di Gesù Cristo a San Gregorio Magno mentre celebra la Messa, studiata e attribuita al pavese Dux Aymo“.

Anche il secondo lotto di intervento ha permesso di svelare importanti testimonianze dell’impianto antico, celate alle spalle di un discutibile altare in muratura addossato all’abside, che si presentava intonacata e ridipinta con una velatura di un acceso color azzurro.
Rimossi questi interventi recenti, è stato recuperato l’originario apparato murario in laterizio romanico, sono state riaperte le due splendide monofore simmetriche rispetto all’altare e restaurata la porzione di affresco riaffiorata, raffigurante una Madonna in trono con bambino. Dell’affresco si è conservata solo la porzione inferiore, ma il ritrovamento è importantissimo poiché che per affinità stilistica, tecnica pittorica e materiali potrebbe essere attribuito allo stesso Dux Aymo“.

Relativamente alle altre partiture architettoniche si è deciso, in accordo con la Soprintendenza, di recuperare la fase decorativa risalente al 1925.
Un intervento molto importante, poiché ha mutato completamente l’aspetto estetico interno della chiesa. Si è trattato di una trasformazione radicale delle superfici, che ha previsto la ridipintura totale di pareti e volta, ad esclusione della sola porzione mantenuta a vista della Messa di San Gregorio Magno e della porzione absidale“.

Le pareti sono decorate con finti drappi trattenuti al centro delle campate da sorte di grandi bottoni o borchie, mentre l’elegante decorazione fitomorfa in volta concilia la vocazione terrena di Pancalieri dedita alla produzione di erbe officinali con la funzione di Cappella cimiteriale.
Le essenze rappresentate hanno inoltre forti valenze simboliche religiose: la passiflora nel catino absidale, rimanda agli eventi della Passione Pasquale, al centro dei tondi in volta i soffioni del tarassaco simboleggiano la fugacità della vita umana, i fiori affascinanti, ma ingannevoli dello stramonio, perché velenosi, rappresentano l’erba del diavolo o delle streghe.

La chiesa di Santa Maria della Pieve viene citata nel diploma imperiale del 26 gennaio 1159 e non si hanno successive notizie della pieve di Santa Maria fino al 1364 quando compare fra le chiese della diocesi di Torino che pagavano il cattedratico al vescovo concludono dal Comune di PancalieriLa chiesa allora, dava il nome alla Commenda Gerosolimitana di Pancalieri, termine usato dagli ordini cavallereschi per definire il capoluogo di una circoscrizione entro cui potevano essere incluse una o più case ed edifici, in questo caso probabilmente anche una struttura ospedaliero assistenziale. Oggi fa parte di quel patrimonio diffuso di cappelle di cui il nostro territorio è ricco, pievi cimiteriali o campestri che da sempre silenziosamente accompagnano i nostri percorsi quotidiani; spesso custodiscono brani della storia delle nostre Comunità e importanti testimonianze artistiche, a volte celate da interventi succedutisi nei tempi“.

La chiesa rimarrà aperta per la visita fino alle 18 del 16 marzo 2019.
Sarà inoltre visitabile nei giorni 23 e 24 marzo 2019 (Giornate di Primavera del FAI) dalle ore 14 alle 18.