Addio a Gian Piero Bona, poeta e scrittore di Carignano

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E’ morto all’età di 93 anni Gian Piero Bona, poeta, romanziere e traduttore, originario di Carignano. Lutto in paese e nel mondo della Cultura.

gian piero bona con paolo hutter
Gian Piero Bona con il giornalista Paolo Hutter, in una foto dello scorso febbraio (foto Facebook @ Paolo Hutter)

E’ scomparso, a pochi giorni di distanza dal suo 94esimo compleanno, il poeta, scrittore e traduttore Gian Piero Bona, originario di Carignano.

Molto il cordoglio in paese, così come in tutto il Piemonte e nel mondo della Cultura italiano, tra chi ne ha apprezzato le doti umane e il grande valore culturale.

Classe 1926, Bona si dedica agli studi classici e musicali e si appassiona in seguito all’esoterismo e alle filosofie orientali, interesse che lo spingerà a viaggiare in Medio Oriente e ad essere uno dei primi e più celebri traduttori della raccolta di poesie “Il profeta” dello scrittore libanese Khalil Gibran.

Bona si è anche dedicato con passione alla traduzione di autori francesi: si ricordano infatti le sue versioni de “I fiori del male” di Baudelaire e “Poesie” di Arthur Rimbaud.

Nel 1955 esordisce come poeta con la raccolta “I giorni delusi”, cui ne seguono poi molte altre, tra cui “Eros e Antaros”, dominata dal senso della perdita, e l’ultima, “La volontà del vento”, pubblicata nel 2018.

Le sue abilità da romanziere vengono scoperte con la pubblicazione con “Il soldato nudo” (1960), opera controversa e che all’epoca genera molto scalpore avendo come tema centrale l’omosessualità in ambito militare.

Altri suoi romanzi importanti sono “Il silenzio delle cicale” (1981), che lo porta ad essere uno dei finalisti al Premio Campiello, e “L’amico ebreo” (2016), vincitore del Premio Comisso.

In particolare, quest’ultimo libro si basa su un aneddoto autobiografico durante la sua adolescenza a Carignano: nel 1943, la famiglia Bona ospita nella propria villa un ragazzo ebreo, Sergej, coetaneo di Gian Piero e compagno di Conservatorio. Presentandolo alle SS naziste come un cugino lontano, riescono a salvarlo dalla deportazione sicura.

Nella sua carriera, si notano inoltre alcune brevi parentesi nel teatro (con “Le tigri” del 1983) e nella sceneggiatura televisiva (con una menzione speciale a “L’Odissea” del 1966).

Infine, nel corso della sua vita, oltre ai viaggi e alle opere, sono centrali gli incontri con diversi personaggi celebri del Novecento.

Compagno di banco durante gli anni di scuola di Carlo Maria Martini, futuro cardinale, due delle relazioni più significative che Bona ha stretto sono quelle con lo scrittore Giovanni Comisso, che lo aiuterà a esordire come romanziere, e con il drammaturgo franco-romeno Eugène Ionesco.