Tuninetti: “un anno difficile per il peperone di Carmagnola”

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Parla Domenico Tuninetti, presidente del Consorzio del Peperone di Carmagnola: “Il 2022 anno difficile per il nostro prodotto agricolo d’eccellenza, tra caldo, infestanti e costi alle stelle”.

peperone di carmagnola
Il peperone è il prodotto agricolo di eccellenza per la città di Carmagnola

«Non è stata un’annata facile per il peperone di Carmagnola, visto il concentrarsi di alcune tra le condizioni peggiori per chi lo coltiva, tra caldo, infestanti e costi di produzione alle stelle». Così esordisce Domenico Tuninetti, consigliere comunale e presidente del Consorzio che tutela il più rinomato prodotto agricolo del territorio, riunendo decine di produttori.

«Fortunatamente, nonostante le condizioni generali di siccità in Piemonte, non è mancata l’acqua, vista la presenza a Carmagnola di una ricca falda sotterranea e considerando che già, negli anni, sono stati scelti i campi migliori -aggiunge- Questo, pur con un calo di produzione, ha fatto sì che la qualità del prodotto potesse restare alta, nonostante tutto, anche in vista della Fiera di settembre».

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A complicare la situazione, però, è stato un altro effetto collaterale del caldo torrido estivo: il proliferare di insetti dannosi per gli ortaggi. «In questi anni avevamo trovato un equilibrio rispetto ad alcuni parassiti, introducendo anche i cosiddetti “insetti utili” –dettaglia Tuninetti- Ora però in alcuni casi ne sono arrivati troppi di quelli dannosi e, per salvare le piante, si rischia di vanificare gli investimenti fatti».

E proprio sul rientro delle spese sostenute e i relativi margini di guadagno per gli agricoltori si gioca una delle partite principali: «Abbiamo avuto rincari ovunque, dai concimi alle serre, senza parlare dell’energia».

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Le conseguenze negative non sono mancate: «Per questo in molti, a parità di costi, hanno preferito diminuire la superficie coltivata, in modo da non rischiare troppo. C’è anche chi si sta demoralizzando e sta pensando di abbandonare il peperone per passare ad altre colture». Anche se, a onor del vero, la crisi climatica non ha fatto sconti ad alcun prodotto agricolo.

«Tutto questo comporta prezzi finali più alti per i consumatori che, per quanto giustamente remunerativi per chi coltiva, rischiano di far contrarre il mercato -conclude il presidente del Consorzio- L’unica soluzione è che a tutti i livelli si investa nella ricerca, al fine di trovare soluzioni per ovviare a queste nuove criticità, come avvenuto in passato per altri problemi che già avevano colpito il nostro settore».

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