Coldiretti chiede che le principali città del Torinese aumentino aree verdi e alberate per contrastare le isole di calore, partendo dal recupero delle aree dismesse.

«Le zone senza verde sono zone dove il caldo è più elevato fino a diventare insopportabile –ricorda il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici– Potenziare e riqualificare la presenza di verde urbano nelle città con parchi e giardini, potrebbe permettere di abbassare le temperature medie di 1,5 gradi, con effetti benefici sulla salute delle persone e sulla vivibilità dei centri, oltre che sull’inquinamento».
Questo perché una pianta adulta può assorbire tra i 100 e i 250 grammi di polveri sottili presenti nell’aria, mentre un ettaro di vegetazione riesce a sottrarre fino a 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno.
Tra l’altro, si tratterebbe di piantare specie autoctone padane come la farnia, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, oltre ad arbusti come rosa canina, alloro, ligustro, corniolo e biancospino.
«Si tratta di trasformare alcune vie cittadine in vie alberate. Di piantare alberi nei parcheggi pubblici. Di gestire le rotonde dotandole di un verde più funzionale e di sistemare piante in vaso e in cassoni nelle aree più strette. Il verde abbassa la temperatura e rende le città più gradevoli», prosegue il presidente di Coldiretti.
Nel Torinese operano 470 aziende del settore florovivaistico, con oltre 730 addetti. «Persone che hanno una grande esperienza e che sono a disposizione per aiutare ad affrontare ondate di calore sempre più preoccupanti che hanno costi sociali sempre più insostenibili», conclude Mecca Cici.
















































