Bilancio approvato in un’importante seduta del Consiglio Comunale di Poirino

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Nei giorni scorsi di è tenuta un’importante seduta del Consiglio Comunale di Poirino. L’assemblea ha approvato il bilancio finanziario di previsione per il triennio 2023-2025.

Consiglio Comunale di Poirino
Consiglio comunale a Poirino

Nei giorni scorsi si è tenuta un’importante seduta del Consiglio Comunale di Poirino, con numerosi punti all’ordine del giorno. Gran parte dei punti trattati erano propedeutici per l’approvazione del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2023-2025. L’assemblea consiliare ha deliberato quindi approvando il bilancio, rispettando il termine del 30 aprile definito dalla Legge di Bilancio.

Durante la seduta consiliare è stato inoltre approvato lo schema di convenzione per la costituzione dell’Area di sviluppo territoriale “Chierese-Carmagnolese”, con il Comune di Carmagnola come capofila, per consentire l’accesso ai fondi comunitari, istituzionali pubblici e privati.

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Come si legge nel testo della convenzione “Gli obiettivi, sono rivolti al raggiungimento della coesione sociale, economica e territoriale dell’intera area, attraverso una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, con un’azione coordinata, realizzata conformemente ai principi di sussidiarietà e proporzionalità e di partenariato, sotto forma di cooperazione operativa istituzionalizzata.

Le tematiche prioritarie per investimento individuate dalla convenzione sono sette: valorizzazione e tutela ambientale, competitività del sistema produttivo regionale, welfare, accessibilità ai trasporti, ricerca-innovazione e lo sviluppo urbano sostenibile.

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Approvato, inoltre, l’ordine del giorno presentato dal Gruppo Consiliare Lega Salvini Piemonte avente per oggetto “Contrasto alla direttiva dell’Unione Europea di obbligo di prestazione energetica “E” entro il 2030 per tutti gli immobili residenziali.”

L’ordine del giorno è volto a contrastare la direttiva comunitaria, ancora in fase di trattativa, che prevede che entro il gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere la classe energetica “E” nell’ottica della riduzione dell’impatto ambientale.

Il nostro Paese si compone di un’intricata rete di borghi, piccoli Comuni e frazioni arricchiti da immobili storici e secolari -recita il testo dell’ordine del giorno- Molti di questi sono adibiti ad abitazione principale oppure sono sede di istituzioni. Pare evidente, quindi, che la direttiva proposta risulterebbe di impossibile applicazione sui nostri territori. La maggior parte degli immobili italiani ha una classe energetica di riferimento tra G e F. Imporre dall’alto l’efficientamento energetico significa gravare i cittadini di un ingiustificato esborso economico”. 

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