In pensione il dottor Vecchiati, per 42 anni medico di famiglia

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Giancarlo Vecchiati, 69 anni, ha interrotto ad aprile la sua attività di medico di famiglia a Carmagnola. I tanti ricordi e il futuro.

Vecchiati

Il 30 aprile è stato l’ultimo giorno di lavoro per il dottor Giancarlo Vecchiati come medico di famiglia, a 69 anni e dopo 42 di attività.

«Avevo già maturato la pensione un anno e mezzo fa, ma non ho trovato la forza di lasciarecommenta il medico– Ogni volta che visitavo un paziente mi dicevo: ma cosa ti costa continuare ancora un po’, vedi come gli sei utile. Inoltre, colleghi nella mia situazione mi confidavano le loro perplessità: perderai il tuo ruolo sociale, avrai giornate senza grandi motivazioni, inizierai la discesa».

Al contrario, invece, a Vecchiati non mancano motivazioni, interessi e obiettivi anche al di là della professione. Sia a Carmagnola -con l’impegno sociale e la costituzione dell’Avulss negli anni Ottanta- che a Torino o a livello nazionale e internazionale: dalla cooperazione internazionale in Africa ai Lions e all’Università.

Come cambierà adesso la sua vita? «Sarà senz’altro meno frenetica e stressante. Continuerà a esserci il lavoro, sempre nel mio studio, come odontoiatra insieme a mio figlio Alberto ma anche nel mondo, tra persone meno fortunate di noi. La vita è troppo bella ed importante per non viverla pienamente, finché si può, specie in favore di chi non chiede nulla ma ha bisogno di tanto». 

Cosa ricorda di tutti questi anni? «Voglio ricordare solo le cose belle, i valori condivisi, i sentimenti, le Persone, non solo i malati o gli utenti di un servizio o i numeri della burocrazia aziendalista. La condivisione del dolore, dei semplici problemi quotidiani, di famiglia, di lavoro, delle aspettative realizzate o deluse dei miei pazienti mi hanno dato più di quello che credevo di dare io. Mi hanno fatto sentire un privilegiato: perché mi sono sentito una persona di fiducia, una parte di ognuno dei miei pazienti e delle loro famiglie per oltre 40 anni. Quanti possono dire di esserlo stato per molte persone e per così tanti anni? Ecco perché ringrazio tutti, e soprattutto mia moglie e i miei figli, sempre uniti in questo lungo cammino che continua. Infine, non posso non ricordare con gratitudine i dottori Bersani e Zuanelli, che mi hanno instradato nella medicina di famiglia; mio padre che molti ricordano ancora in veste di segretario in studio, nei primi e intensi anni di lavoro, e mia madre che a quasi 102 anni mi rammenta, con il suo sorriso, un altro grande privilegio che ho avuto».