Prino (Legambiente) critica il disegno di legge “Riparti Piemonte”

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Il carmagnolese Giorgio Prino, presidente regionale di Legambiente, è molto critico su alcuni aspetti del disegno di legge regionale “Riparti Piemonte”.

Giorgio Prino Legambiente Riparti Piemonte
Giorgio Prino durante un’iniziativa di Legambiente Piemonte

E’ in questi giorni in discussione il disegno di legge numero 95, denominato “Riparti Piemonte”, per il quale è stata approvata la dichiarazione di urgenza con conseguente dimezzamento dei tempi massimi per l’approvazione in Commissione.

Sul tema, però, si registra la presa di posizione da parte del presidente regionale di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, il carmagnolese Giorgio Prino: “Le necessarie misure urgenti per contrastare la crisi economica legata alla pandemia non possono limitarsi a una grossolana deregulation, con effetti irrilevanti in termini di tempo e resa economica ma gravi e devastanti rispetto alla tutela del territorio”.

Prino è categorico, soprattutto sui temi legati all’edilizia: “Riteniamo gravissimo che si punti per l’ennesima volta sull’immobiliarismo, sul “lasciar fare il mattone”, cercando di allentare e ridurre il sistema dei controlli delle trasformazioni edilizie ed urbanistiche. Non è accettabile, inoltre, che nell’impianto della legge siano state infilate a forza modifiche a norme non collegate al problema che si vuole affrontare. Basta pensare agli articoli che spazzano via definitivamente due Commissioni regionali, la Commissione tecnica urbanistica e la Commissione per i beni culturali”.

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Sono molti i punti di “Riparti Piemonte” che non convincono Legambiente regionale, tra quelli contenuti nell’attuale testo: dall’allentamento delle tutele nei centri storici all’ulteriore facilitazione delle varianti urbanistiche per le cave; dalla rimozione del vincolo di continuità ai centri abitati per le aree oggetto di variante, alla riduzione dei controlli e della trasparenza e condivisione delle trasformazioni urbanistiche; dall’ampliamento delle semplificazioni in contrasto con prescrizioni procedurali di legge alla riduzione o eliminazione degli oneri di urbanizzazione pagati ai Comuni.

Non siamo per nulla soddisfatti da un provvedimento legislativo contenente molte disposizioni che sono totalmente estranee alle problematiche dell’emergenza sanitaria Covid-19 e che, a prescindere dall’approssimazione tecnica, andrebbero proposte e discusse con provvedimenti pertinenti e organici –conclude Prino – Da ogni angolo del pianeta stiamo assistendo a tentativi di smantellamento delle leggi ambientali nel nome della ripresa economica post-pandemia, a un tentativo di deregulation generalizzata che porterà a un futuro peggiore in termini economici, sociali, ambientali e sanitari. Siamo certi che questo provvedimento non persegua questi obiettivi, ma se il Piemonte intende realmente “porsi all’avanguardia… facendo scuola in tutta Italia” sarebbe opportuno rivederlo per cancellare anche il semplice dubbio”.