Michela Negro, una carmagnolese alla Nasa

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Una carmagnolese di 29 anni, Michela Negro, è oggi ricercatrice post-doc al Goddard Space Flight Center della Nasa, a Washington DC, negli Stati Uniti.

michela negro

La carmagnolese Michela Negro vanta già una brillante carriera accademica, che l’ha portata a essere ricercatrice, a 29 anni, nei laboratori della Nasa, negli Stati Uniti.

Diplomata a pieni voti al liceo scientifico “Baldessano-Roccati” di Carmagnola, ha ottenuto la laurea magistrale in Astrofisica con lode e, dopo una breve esperienza lavorativa nell’industria aerospaziale torinese Thales-Alenia Space, è risultata vincitrice di due concorsi di Dottorato in Fisica nelle Università di Padova e di Torino, scegliendo infine quest’ultima sede. Ha dunque svolto la sua ricerca, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, conseguendo il titolo di dottore di Ricerca in Fisica e Astrofisica.

Intervistata dal programma televisivo “Leonardo” di Rai 3, la giovane carmagnolese ha spiegato la sua ricerca e gli importanti risultati ottenuti. «Il telescopio Fermi osserva le particelle ad altissima energia, ossia i raggi gamma generati dai fenomeni più violenti dell‘universo, come le esplosioni delle stelle Supernovae. Tuttavia, finora non era chiara l’entità di circa un 20% di questo universo, definito perciò dai fisici “emissione non risolta”».

Questa parte è stata ricostruita soltanto ora dalla studiosa carmagnolese, con la
prima descrizione dei fotoni dall’energia più tenue come provenienti da almeno due tipi di sorgenti. «Poiché le sorgenti all’origine del cielo gamma non risolto sono troppo deboli per essere rivelate individualmente, abbiamo impiegato una sofisticata tecnica statistica di auto-correlazione che ci ha consentito di misurare la distribuzione spaziale globale delle fluttuazioni di intensità», ha spiegato Michela.

In altre parole, dai suoi risultati è stato possibile far conoscere al mondo scientifico qualcosa in più rispetto all’universo attualmente conosciuto.
Per i considerevoli dati messi in luce, lo studio, coordinato da Michela con il supporto del gruppo Fermi-Lat, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Physical Review Letters e ha portato la giovane a ricevere inviti come relatrice a importanti convegni internazionali.

Dopo aver viaggiato dalla Russia al Vietnam, ospitata perché illustrasse i risultati delle sue ricerche, oggi Michela Negro lavora come ricercatrice al Goddard Space Flight Center della Nasa, nella capitale degli Stati Uniti d’America.
Una meta che appare irraggiungibile, agognata da grandi e piccoli sognatori, che, una volta raggiunta, ripaga dei sacrifici e del lavoro portato avanti