Carmagnola firma il ‘Patto di Superga’ per la rinascita del Torinese

915

Anche il sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio, tra i 26 firmatari del ‘Patto di Superga’ per la rinascita dell’area metropolitana torinese nell’ottica dello sviluppo sostenibile.

patto di superga Gaveglio ph. Comune di Airasca pagina Facebook
Il sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio, alla firma del Patto di Superga

Anche Carmagnola è tra i 26 Comuni firmatari del ‘Patto di Superga‘, un atto formale (e politico, al di là degli schieramenti partitici di provenienza delle varie Amministrazioni) di collaborazione tra Enti localiper fare sistema e promuovere azioni strategiche condivise per lo sviluppo sostenibile e il progresso dell’area metropolitana torinese, impegnandoci a trasformare il prossimo decennio 2020-2030 in un nuovo risorgimento locale“.

Gli altri firmatari del Patto sono Collegno, Grugliasco, Rivoli, Settimo Torinese, Moncalieri, Nichelino, Beinasco, San Maurizio Canavese, Druento, Ciriè, Chivasso, Rivalta di Torino, Bruino, Orbassano, Chieri, Volpiano, Bollengo, Rivarolo Canavese, Giaveno, Valperga, Airasca, San Gillio, Gassino Torinese, Trofarello e Sant’Antonino di Susa.

Si tratta di gran parte dei Comuni della cintura torinese, che con il ‘Patto di Superga’ vogliono anche pungolare il capoluogo provinciale e regionale a “fare sistema”, dando un nuovo modello di governance anche alla Città Metropolitana.
Carmagnola partecipa al gruppo di città che sprona Torino a guardare oltre se stessa“, sottolinea il sindaco Ivana Gaveglio.

La richiesta dei Comuni a Torino è di aprire un tavolo permanente di confronto, condividendo scelte e visione strategica per il futuro “affinché opportunità e ricchezze si uniscano, tenendo insieme un territorio vasto con enormi potenzialità”.

Questo il testo completo del ‘Patto di Superga’:

Noi Sindaci dell’area metropolitana ci ritroviamo oggi a Superga, un luogo con forte valenza storica e da dove è possibile abbracciare Torino e l’area metropolitana, per riaffermare l’urgenza di una maggiore cooperazione tra la città di Torino e i comuni metropolitani.
Lo facciamo con lo spirito di chi comprende difficoltà spesso simili e il sentirsi parte di un sistema territoriale che va al di là delle appartenenze.
Il nostro territorio è attraversato da difficoltà cui si intrecciano grandi opportunità, da affrontare con pensiero metropolitano e una strategia che non guardi ai confini come barriere, bensì come frontiere da aprire per condividere strategie di sviluppo comune.
Le fatiche a livello economico della città di Torino non possono dettare scelte autonome e autarchiche con ripercussioni sull’intera area metropolitana, che negli anni ha assunto sempre maggiore identità grazie alla presenza di attrattori a livello produttivo, di ricerca, di saperi e di qualità della vita.
Non siamo più il “dormitorio” di Torino, ma i “petali” di un fiore che ha bisogno dell’apporto e delle energie di tutte le municipalità che senza soluzione di continuità rappresentano una conurbazione cui dobbiamo far riacquistare a livello nazionale e internazionale il giusto riconoscimento.
Troppo spesso negli ultimi anni le scelte strategiche sono state gestite in solitudine, senza aprire spazi di confronto dove si potrebbero costruire risposte migliori e più efficaci per l’intero territorio.
Noi non vogliamo Torino isolata dal contesto intorno, bensì guida di una strategia di cui vogliamo essere attori propositivi, “motori” e non “assedianti” il comune capoluogo.
Chiediamo alla Sindaca di aprire un tavolo permanente che coinvolga prima e seconda cintura, un’area di circa 40 comuni con abitanti pari ad oltre la metà di Torino, con zone industriali di eccellenza, sede di atenei e di strutture formative, un patrimonio storico e culturale di rilievo metropolitano e regionale.
Chiediamo alla Sindaca di aprire questo tavolo alle rappresentanze delle aree omogenee della Città Metropolitana affinché opportunità e ricchezze si uniscano, tenendo insieme un territorio vasto con enormi potenzialità.
Abbiamo condiviso l’indice di una agenda che va scritta insieme per non sprecare preziose opportunità, per non abbandonare ai privati infrastrutture strategiche, per condividere progettualità che possono far crescere tutto il territorio.
Lo sviluppo sostenibile della “GranTurin”, sui modelli delle città medie europee, ha bisogno di strategie comuni, da condividere ed estendere al territorio della città metropolitana, su:

MOBILITA SOSTENIBILE E TRASPORTI
La mobilità sostenibile, i trasporti pubblici, il sistema di piste ciclabili, lo sharing dei mezzi, un piano di micromobilità riguardano tutti e non ammettono fughe in avanti, bensì un progetto comune per decine di migliaia di city users che si muovono sul territorio e aspettano risposte complessive.

GESTIONE DEL CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI PER SOSTENERE L’ECONOMIA CIRCOLARE
Dopo scelte non condivise su Trm, occorre cambiare passo e cogliere le opportunità legate a completare la rete di impianti indispensabile per una vera green economy, mettendo in campo le risorse rappresentate dalle nostre aziende e consorzi in una logica di cooperazione allo sviluppo.

UN PROGETTO COMUNE PER PARCHI E FIUMI
Parchi, aree verdi importanti, fiumi e canali uniscono i nostri territori. Valorizzarli, pensarli come un unico sistema al servizio dell’ambiente e della qualità della vita, migliorarne cura e manutenzione è una nostra responsabilità, da condividere con la Regione e gli enti competenti.

SISTEMA INFRASTRUTTURALE
La crisi economico e finanziaria degli enti locali che induce e ha indotto scelte sbagliate nel mantenimento del controllo di infrastrutture vitali per il territorio va affrontata insieme, chiedendo alla Regione e allo Stato di fare la loro parte per non cedere sovranità e la possibilità di garantire sicurezza ai cittadini e utili per gli enti pubblici. Quali infrastrutture sono necessarie al servizio del territorio va condiviso affinché si diano risposte di sistema e non frammentate.

PIANIFICAZIONE URBANA PER FAVORIRE LE VOCAZIONI DEL TERRITORIO E UNO SVILUPPO ECONOMICO ARMONICO E SOSTENIBILE
Il disegno del territorio ha bisogno di un pensiero strategico e non legato a contingenze e alla comprensibile necessità di generare oneri di urbanizzazione. Abbiamo aree preziose per destinazioni produttive, per lo sviluppo della formazione, per ospitare siti in grado di accompagnare la transizione economica del territorio verso una economia dei saperi. Condividiamo i nostri progetti per costruirne uno più grande e più forte.

ACQUA, CALORE, ENERGIA GESTITI IN UNA LOGICA DI SISTEMA GRAZIE ALLE AZIENDE E MULTIUTILITY DEL TERRITORIO
Quando si è pensato insieme e messo da parte i campanili si sono realizzate straordinarie eccellenze. SMAT ne è una testimonianza e rappresenta un patrimonio da difendere e valorizzare. Ma lo sviluppo del teleriscaldamento, i piani di efficientamento energetico degli immobili pubblici, di riqualificazione della pubblica illuminazione dovrebbero seguire modelli di cooperazione analoga, evitando di lasciare le singole e più fragili municipalità da sole e dimostrando ai cittadini che siamo in prima linea per lo sviluppo sostenibile in concreto e non solo nelle manifestazioni.

Su questi e molti altri temi vogliamo costruire un modello di governance dell’area metropolitana e della città metropolitana che nel 2020 ponga le basi per un progetto di sviluppo che traguardi al 2030.
Il futuro di Torino e del nostro territorio ci riguarda, riguarda tutti quelli che credono nelle potenzialità che ci sono e hanno voglia come noi di fare un passo in più e aprire una stagione nuova e diversa.
Ce lo chiedono i nostri figli e nipoti, la generazioni che vivranno gli effetti delle nostre scelte e della nostra capacità di fare squadra per un nuovo “risorgimento” di Torino e del territorio metropolitano