Prino (Legambiente): “Sparare ai lupi? Una soluzione dannosa”

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Il carmagnolese Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, interviene sulla proposta di sparare ai lupi: “La più classica delle soluzioni di pancia. Peggiorativa, priva di fondamenti scientifici e dannosa”.

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Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte, boccia la proposta di sparare ai lupi avanzata in Consiglio regionale

Il carmagnolese Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, interviene sulla proposta di sparare ai lupi, avanzata nei giorni scorso dal capogruppo leghista in Consiglio regionale, Preioni.

Dopo l’approvazione di una norma inaccettabile sulla caccia, che permette di sparare ad animali in pericolo di estinzione sul nostro territorio, che allarga le specie cacciabili a volatili di pochi grammi, che amplia gli orari fino alla caccia notturna e che tutela in ogni modo i portatori di doppietta, come ampiamente prevedibile è arrivata l’ora del lupo -attacca Prino- Un argomento trattato, come d’abitudine, in un’ottica rozzamente antropocentrica e priva di alcun fondamento scientifico“.

Il presidente di Legambiente Piemonte sottolinea come sia ampiamente dimostrato, non ultimo dal progetto Life WolfAlps, che la convivenza con il lupo non solo è possibile, ma ampiamente auspicabile.

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Il lupo è una specie protetta che crea equilibrio e maggiori servizi ecosistemici, grazie anche al contenimento naturale degli ungulati selvatici -continua Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e valle d’Aosta- La proposta di sparare ai lupi è una finta soluzione che strizza l’occhio alla pancia, senza considerare che è scientificamente confermata come addirittura dannosa in quanto l’uccisione di individui adulti destabilizza il branco peggiorandone la tecnica di caccia, a tutto svantaggio del bestiame domestico. Quello della convivenza con la fauna selvatica è un tema che deve essere trattato su solide basi scientifiche e non può essere liquidato con un semplice via libera alle doppiette”.

Conclude il presidente regionale di Legambiente: “Non è creando un’insana contrapposizione fra Uomo e Natura che si aiuta chi deve affrontare difficoltà reali e oggi potrebbe sentirsi solo. Senza dimenticare che il lupo è solo una, e non certo la maggiore, delle difficoltà che la pastorizia in ambito montano deve affrontare”.

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Dall’Associazione ambientalista, inoltre, sottolineano come nessuna decisione sul tema possa essere affidata a gestioni localistiche, nemmeno nel profilo delle autonomie regionali o provinciali: “è necessaria una assunzione di responsabilità a tutti i livelli e una gestione del tema che comprenda le istituzioni pubbliche di tutto il Paese con il fine di superare l’attuale disomogeneità istituzionale“.

Scrive Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta: “Il mondo dell’allevamento va sostenuto nel tempo, anche finanziariamente, e, in base al contesto. È importante che i sistemi di prevenzione funzionino e che i risarcimenti siano pagati tempestivamente. Occorre strutturare in modo uniforme in tutto il Piemonte un’azione di informazione e formazione, mantenendola attiva nel tempo. Infine, ma non meno importante, bisogna essere coscienti del fatto che il lupo e gli altri predatori in Piemonte non sono la causa dei principali problemi degli allevatori, ma rivelatori di problemi e difficoltà della filiera agroalimentare in generale e in particolare della zootecnia montana e in quanto tali vanno affrontati e risolti con una gestione e visione strutturata nel lungo periodo“.

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