Squalifica del campo per il San Bernardo, interviene il presidente Agasso

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La Lega Dilettanti della FIGC ha inflitto una giornata di squalifica, con multa, al campo del San Bernardo, a seguito di quanto avvenuto nella gara con il Perosa. Interviene il presidente Renzo Agasso: “accettiamo la sentenza, ma ecco la mia versione dei fatti”.

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Tifosi del San Bernardo: il giudice sportivo della LND ha decretato la squalifica del campo dei carmagnolesi per una giornata (immagine di repertorio @ Facebook)

Una giornata di squalifica del campo, con multa per 400 euro: questa la dura sanzione che la Lega Dilettanti della FIGC ha inflitto alla squadra del San Bernardo di Carmagnola in seguito a quanto riportato sul referto arbitrale in merito ad alcuni fatti avvenuti durante e dopo la partita con il Perosa dello scorso 22 gennaio.

Tra le accuse rivolte a società e tifosi biancorossi, anche quella di aver gridato insulti sessisti alla direttrice di gara; ma il presidente Renzo Agasso scrive in Federazione per raccontare la sua versione dei fatti.

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Squalifica e multa per il San Bernardo: le parole del giudice sportivo

Queste le parole con cui il giudice sportivo ha decretato la squalifica del campo del SanBe per una gara e la multa:

Per il comportamento inqualificabile dei propri sostenitori e dei propri tesserati, sia durante lo svolgimento della partita che al termine della stessa. Nello specifico, per tutta la durata della gara ed altresì al termine della stessa, i tifosi della Società ospitante rivolgevano all’arbitro pesanti insulti e frasi ingiuriose di chiaro contenuto discriminatorio e denigratorio per genere; due sostenitrici, inoltre, accompagnavano gli insulti con gravi minacce e una di loro addirittura si appendeva alla rete di separazione tra tribuna e campo, colpendola con la propria borsa, ed era necessario l’intervento di due persone per placarla e farla allontanare“, si legge nelle motivazioni ufficiali.

La nota prosegue, ricordando che in caso di recidiva saranno comminate sanzioni più pesanti: “Inoltre, al termine della partita, i giocatori della Società San Bernardo rientravano in campo e si univano ai tifosi nel rivolgere insulti sessisti alla direttrice di gara; veniva altresì consentito l’ingresso sul terreno di gioco a soggetti non autorizzati, che sostavano di fronte allo spogliatoio della Società. Le condotte descritte dall’arbitro nel proprio referto, che hanno coinvolto non solo i sostenitori ma anche gli stessi tesserati della Società San Bernardo, sono ritenute di gravità tale da comminare, oltre alla ammenda, la sanzione della squalifica del campo per una giornata“.

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La replica del presidente Renzo Agasso

Con una lettera indirizzata alla Lega Dilettanti, il presidente del San Bernardo, Lorenzo Agasso, ha dichiarato di accettare la duplice sanzione, ma ha anche voluto ribadire la propria versione dei fatti:

Mi assumo la piena responsabilità di quanto accaduto. L’ASD San Bernardo accetta rispettosamente le sanzioni ricevute -esordisce- Desidero porgere le scuse più sincere e sentite all’arbitro, per tutto ciò che possa averla offesa. Me ne rammarico profondamente, a nome di tutta la nostra Società. Scuse che estendo a questa Lega“.

Renzo Agasso nello spogliatoio del San Bernardo (immagine di repertorio @ Facebook)

Poi ricorda: “La nostra Società compie quest’anno 60 anni di attività continuativa. Essa –in particolare da quando ne sono Presidente, e sono ormai 38 anni– ha fatto della disciplina, dell’onore e della sportività la propria bandiera. Più volte ci è stata assegnata la Coppa disciplina. Mai il nostro campo era stato squalificato. Nei vostri archivi non troverete che qualche espulsione, rarissima peraltro negli ultimi anni. I nostri tesserati sanno che, oltre a non ricevere alcuno stipendio né rimborso, da sempre, venendo a giocare nel San Bernardo devono tenere un comportamento serio e responsabile (in passato i calciatori espulsi per proteste venivano sanzionati economicamente). La nostra storia mi consente, dunque, di testimoniare la sorpresa e lo sgomento per le decisioni sanzionatorie del giudice sportivo“.

Quindi replica: “Non mi permetto e non ci permettiamo di contestarle. Ma certo non posso esimermi dal segnalare che, essendo presente, non ho percepito un “comportamento inqualificabile” dei nostri sostenitori. È stato più o meno come quello di sempre e –purtroppo– di tutti i campi di tutte le categorie. Fastidioso alle orecchie, ma nemmeno lontanamente violento o minaccioso. Respingo nel modo più fermo tali accuse. Che una ragazza si sia appesa alla recinzione urlando insulti io l’ho appreso dal vostro documento: lontano dalla tribuna, non me ne sono assolutamente accorto“.

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Agasso, in alto a sinistra, sulle tribune del campo di San Bernardo (immagine di repertorio @ Facebook)

Prosegue: “I soggetti non autorizzati segnalati sul terreno di gioco e sostanti davanti allo spogliatoio del San Bernardo erano due: io stesso e il nostro fisioterapista, entrati –forse con qualche fretta– per andare nello spogliatoio a festeggiare la vittoria con la squadra e fermi davanti alla porta dello spogliatoio per averla trovata ancora chiusa -scrive ancora Agasso- Respingo nella maniera più ferma l’accusa che i nostri giocatori siano tornati in campo per unirsi al pubblico negli insulti all’arbitro. Può darsi che qualcuno di loro si sia attardato nel rientrare nello spogliatoio, ma io ero lì e ho accolto e salutato tutti loro e immediatamente abbiamo fatto –come sempre in caso di vittoria– la foto all’interno del locale“.

E conclude: “Ci sarebbero altre cose da dire, ma mi fermo qui. Ripeto: accettiamo la sentenza, perché le sentenze si accettano e si rispettano. Ma nemmeno posso celare la mia amarezza profondissima di fronte ad accuse che ritengo francamente immeritate.
Oltre al danno sportivo, con le due pesanti squalifiche ai nostri calciatori –ai quali, peraltro, ho rappresentato la mia riprovazione per il comportamento tenuto– oltre al danno economico, mi preoccupa e mi angoscia particolarmente il danno d’immagine della Società e mio personale, dopo una vita passata nel calcio a predicare e praticare serietà, compostezza e correttezza“.

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