Tensioni in stabilimento alla Teksid: i sindacati denunciano una gestione “confusa” e condizioni di lavoro critiche. Rientrato invece l’allarme-occupazione dopo l’incendio di inizio ottobre.

Cresce la tensione tra sindacati e azienda alla Teksid Aluminium di Carmagnola, pur essendo rientrato l’allarme-occupazione che era scattato dopo l’incendio di inizio ottobre che aveva danneggiato parte dell’impianto e aveva fatto temere un importante blocco della produzione.
Le contromisure prese dalla fonderia -con l’arrivo di un nuovo abbattitore di fumi e altre soluzioni esterne- hanno permesso già da alcune settimane di far tornare operativo tutto il personale, sia i dipendenti che i lavoratori cosiddetti “somministrati”, azzerando la cassa integrazione.
Però -al termine di un’assemblea svoltasi nei giorni scorsi- le Rappresentanze Sindacali Aziendali sono tornate ad alzare la voce contro quella che definiscono una gestione “sempre più confusa”, denunciando attraverso un comunicato quella che definiscono «una situazione lavorativa ormai “fuori controllo” dal punto di vista organizzativo, ambientale e della sicurezza».
Secondo le RSA, infatti, da oltre due anni l’attività procederebbe in modo irregolare, con turni che saltano e reparti che si fermano “per i più svariati motivi”. Un contesto in cui, accusano, alcune ditte esterne opererebbero al di fuori delle norme: «tagliano e saldano senza aspirazioni… non rispettano le regole», con conseguenze dirette sulla salute dei dipendenti.
A preoccupare maggiormente sono le temperature negli ambienti di lavoro. Gli operai riferiscono di essere costretti ad aprire le finestre per far uscire il fumo delle lavorazioni, con reparti che arrivano a “12-13 gradi”, mentre «in alcuni uffici si sale oltre i 25 gradi». Una differenza ritenuta “non più accettabile”, segnalata quotidianamente ma –secondo i sindacati– senza risposte dalla Direzione.
Criticità emergono anche sulla ventilazione interna, definita “modificata” e inadeguata, con impianti che «si spengono dopo 30 minuti» richiedendo interventi continui per evitare accumuli di fumi.
Sul fronte energetico, le RSA richiamano Stellantis a una maggiore trasparenza: «Si risparmia da una parte per concedere all’altra», affermano, aprendo anche un fronte polemico sulla mobilità elettrica: «Per il momento ci sono 5 colonnine di ricarica, ma presto sicuramente Stellantis provvederà nell’aumentare questi sistemi… sembra che si agevolino più le auto che i lavoratori».
Il comunicato sindacale si chiude quindi con un appello netto: «È ora di mettere fine alla brutta gestione» e investire in attrezzature che mettano i dipendenti “in condizione di poter lavorare”, ricordando come la disponibilità dei lavoratori sia sempre stata garantita, ma che i “costi aggiuntivi devono essere abbattuti”.














































