Carmagnola: realizzato un podcast su Francesco Bussone e Giacomo Tornabula

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È disponibile il podcast “Io, fra’ Gabriele Bucci da Carmagnola mi ricordo che…”, realizzato dalla Città di Carmagnola nell’ambito della mostra “Due capitani di ventura. Dal Vallo di Adriano al Po”.

Carmagnola podcast
Il podcast è stato realizzato dalla città di Carmagnola

È stato pubblicato il podcastIo, fra’ Gabriele Bucci da Carmagnola mi ricordo che…”, realizzato nell’ambito di “Due capitani di ventura. Dal Vallo di Adriano al Po”, esposizione temporanea che celebra due figure storiche legate a Carmagnola: Francesco Bussone detto “Il Carmagnola” e il soldato scozzese Giacomo Tornabula. Il testo è di Ilaria Curletti dell’Archivio Storico della Città di Carmagnola.

Nel podcast, in maniera immaginaria, viene lasciata la parola ad un altro personaggio storico carmagnolese, il frate agostiniano Gabriele Bucci, il quale riporta alla memoria i due personaggi sui quali la mostra è incentrata.

Il primo episodio, finora l’unico pubblicato, si apre con la voce del frate, interpretato da Arturi Villone, regista RAI. È il 2 Settembre 1496, e Fra Gabriele, passeggiando nel cortile del suo convento agostiniano di Carmagnola, del quale è priore, alza lo sguardo verso il cielo terso e osserva le rondini che si rincorrono e stridono come a lamentarsi che tra poco dovranno lasciare Carmagnola: “Io invece non la lascerò più, ne sono certo, lo sento. Gli anni e la fatica pesano sulle mie spalle”. 

Così viene presentato Fra Gabriele, negli ultimi anni della sua vita, stanco e appesantito dall’età, come un uomo che ha perso la giovanil tensione all’esplorazione e che attende la morte nella riflessione. Nel 1496 il frate è infatti realmente vicino alla sua morte, che lo prenderà un anno più tardi, nel 1497.

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Gabriele Bucci è stato però nel corso della sua vita un uomo straordinariamente intraprendente. Nato a Carmagnola nel 1430, diventa presto discepolo dell’umanista Paracleto Malvezzi da Corneto e diventa un frate agostiniano. Nel 1464, all’età di 34 anni si laurea a Padova e da lì in avanti gli vengono affidati diversi ruoli di una certa importanza: nel 1471 viene nominato Padre Provinciale di Lombardia, nel 1479 Priore di Sant’Agostino di Pavia e infine Superiore nel Convento di Sant’Agostino di Carmagnola.

Oltre al grande impegno religioso e civile, Fra Gabriele Bucci scrive uno dei memoriali più importanti per Carmagnola, opera preziosissima per conoscere il passato della città e del suo convento Agostiniano: “Memoriale Quadripartitum”, manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Torino.

Tornando al 2 Settembre 1496, il frate, passeggiando nel cortile e osservando il cielo si perde nei suoi pensieri, ma viene subito richiamato alla realtà: inizia qui il racconto della storia di Giacomo Tornabula, soldato scozzese che il frate ricorda di aver conosciuto quando questi aveva accompagnato da lui Ludovico, Marchese di Saluzzo, qualche anno prima.

Il racconto della sua storia inizia nel momento della sua fine: il frate racconta che il soldato è morto il giorno precedente, al tempo della narrazione, e che ora la sua salma è accolta sul cataletto dinanzi alla croce principale del suo convento, “come si conviene per i nobili signori“.

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Giacomo Tornabula era un soldato scozzese, legato al comune di Carmagnola non per origini ma per la sua storia. Il soldato era giunto a Carmagnola per la prima volta qualche anno prima, quando aveva guidato i suoi soldati fino a Carmagnola per aspettare di ricongiungersi con le milizie di Re Carlo VIII di Francia per avanzare verso il regno di Napoli. Il personaggio di Tornabula viene presentato come un personaggio eroico che ha lottato duramente per la sua patria, orgoglioso dei colori della sua casata, vigoroso e forte, ma anche sensibile all’arte, come spiega Fra Bucci quando racconta lo stupore nel viso di Tornabula quando gli vengono mostrati gli affreschi della cappella di Cavassa. La vita del soldato scozzese è una vita breve ma ricca di avventure e di disgrazie.

Nel rimembrare le vicende del soldato Tornabula, Fra Gabriele riporta alla mente le memorie di Francesco Bussone, detto “Il Carmagnola”: “Ed ecco che mi riaffiora il ricordo di un altro soldato, Francesco Bussone. Non l’ho mai potuto incontrare di persona ma mio padre, anima buona, ne serbava memoria”.

Francesco Bussone nasce a Carmagnola nel 1380, ma lascia la città da giovanissimo per arruolarsi nell’esercito di Facino Cane, conte di Biandrate e mercenario piemontese, e, alla morte di Facino entra al servizio di Filippo Maria Visconti, nel ducato di Milano. Accanto a Filippo Maria Visconti Bussone riscuote molto successo nelle lotte per la riconquista di molte città sfuggite al ducato di Milano alla morte di Gian Galeazzo Visconti. Nel marzo 1425 passa al servizio della Repubblica di Venezia. Qua Bussone si distingue sia per le sue doti di condottiero che per quelle di diplomatico.

Eppure, continua il frate, “Tanto rapida fu l’ascesa di Bussone, quanto rapida fu la sua caduta.Il Senato veneziano inizia infatti a sospettare che il duca di Milano Filippo Maria Visconti gli avesse offerto qualche signoria in compenso al tradimento della Repubblica di Venezia. La vigilanza ordinata dal Consiglio dei Dieci sulla sua corrispondenza fornisce allora le prove dei suoi accordi segreti col Visconti, dal quale egli avrebbe avuto l’offerta della signoria di Brescia.

Il Consiglio dei Dieci condanna allora a morte il “Carmagnola” con una sentenza che viene approvata con una maggioranza notevole.

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