Italia Viva chiede un “piano regolatore” a livello di Distretto del Cibo per tutelare la sostenibilità. Nel mirino i poli logistici in previsione a Carmagnola, nonché l’allevamento di maiali e il campo fotovoltaico proposti a Poirino.

Italia Viva del Carmagnolese e Chierese torna alla carica sul Distretto del Cibo, chiedendo che venga istituito un “piano regolatore” a livello sovra-comunale per salvaguardare gli obiettivi del progetto e la sostenibilità.
“Un anno fa, dopo un lungo percorso di studio e condivisione, 25 Comuni, Enti ed associazioni agricole, con il riconoscimento della Regione Piemonte, hanno dato vita al Distretto, fissando ambiziosi obiettivi: lo sviluppo del territorio, la valorizzazione delle sue produzioni agricole ed agroalimentari con un ridotto impatto ambientale, la salvaguardia ed il miglioramento del paesaggio rurale -esordisce il coordinatore territoriale Pier Antonio Pasquero- Era stata definita una prima governance unitaria di Distretto, per poter fare sistema, ed erano previsti degli obblighi per gli aderenti fra i quali quello di astenersi dall’intraprendere iniziative in contrasto con gli scopi dell’accordo“.
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Secondo Italia Viva, invece, diversi progetti (pubblici e privati) presentati negli ultimi mesi diversi progetti “rischiano di interrompere bruscamente questo percorso virtuoso“.
Tra questi, Pasquero cita il nuovo polo logistico previsto a Carmagnola, l’allevamento intensivo di oltre 8000 maiali, con sistemi tradizionali di smaltimento dei liquami, al Ternavasso di Poirino e il mega-campo fotovoltaico di 68 ettari, sempre sul territorio poirinese.
“A questi tre interventi ne potrebbero seguire ulteriori in altri Comuni -ipotizza Pasquero, ricordando che il Comune di Poirino si era persino spinto a proporre il Pianalto come futuro sito Unesco– In breve tempo, gran parte delle aspettative di crescita sostenibile, immaginate con la nascita del Distretto, verrebbero compromesse“.
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Per questo, secondo Italia Viva “occorre una decisa presa di coscienza di tutta la Comunità politica e amministrativa del territorio dei 25 Comuni, che si deve tradurre, al più presto, in un Piano regolatore di Distretto, con l’obiettivo di fissare regole e comportamenti comuni per non minare il percorso intrapreso in questi anni“.
Conclude Pasquero: “Non possiamo delegare ai soli tecnici la fattibilità di interventi molto impattanti per il nostro territorio; non possiamo permettere che singoli interventi, a beneficio di pochi, interrompano per sempre un percorso virtuoso iniziato da un’intera Comunità di 145 mila persone“.
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