Nuovo regolamento per i Distretti del cibo del Piemonte

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La Giunta regionale del Piemonte ha approvato il nuovo regolamento sull’individuazione, la costituzione, il riconoscimento e il funzionamento dei futuri Distretti del cibo, tra cui quello del Carmagnolese e del Chierese.

distretti del cibo
Anche l’area carmagnolese sarà interessata da uno dei futuri Distretti del Cibo del Piemonte, per valorizzare le filiere agro-alimentari del territorio (foto di Raffaele Sergi – Wikimedia Commons)

Un nuovo regolamento che stabilisce l’individuazione, la costituzione, il riconoscimento e il funzionamento dei futuri Distretti del cibo è stato approvato dalla Giunta regionale del Piemonte.

La proposta è stata avanzata da Marco Protopapa, assessore piemontese all’agricoltura e al cibo, e ha ricevuto semaforo verde dalle parti sociali, dal Consiglio delle Autonomie Locali e dalla terza Commissione del Consiglio regionale.

I Distretti del cibo nascono dall’accordo tra enti pubblici, istituzioni e imprese, in particolari aziende medio-piccole del settore agricolo e agroalimentare. Questi sistemi hanno due importanti funzioni: da una parte, valorizzano le produzioni e il paesaggio rurale (permettendo anche lo sviluppo turistico); dall’altra, presentano diversi vantaggi a livello ambientale in quanto riducono lo spreco alimentare e salvaguardano il territorio.

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A questo proposito, l’assessore Protopapa dichiara che “la costituzione dei distretti del cibo è stata molto attesa dai Comuni piemontesi in quanto ha permesso di creare una rete tra mondo produttivo agroalimentare, offerta turistica, culturale e paesaggistica”: infatti, questi sistemi integrano attività agricole con attività imprenditoriali, mantenendo una specifica identità storica e territoriale che caratterizza il luogo in cui sorgono.

Ogni area andrà a stipulare un Piano di Distretto, di durata triennale, che indica i soggetti coinvolti nel sistema, il loro ruolo e le azioni che si hanno intenzione di compiere a livello locale.

Relativamente all’iter di formazione del Distretto, dopo la sua costituzione, l’organismo deve essere riconosciuto dalla Regione e iscritto nel Registro nazionale dei Distretti del Cibo, che gli permette di godere di particolari benefici previsti dalla legge.
Il regolamento impone anche che i distretti già iscritti nel Registro debbano adeguarsi alle nuove leggi entro sei mesi dalla data di pubblicazione della normativa sul Bollettino Ufficiale per poter essere nuovamente riconosciuti dalla Regione.

Questi distretti possono essere davvero molto utili, in quanto rappresentano un sicuro volano economico molto importante per la ripresa post Covid-19 che ci si augura”, conclude l’assessore Protopapa.

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