Continua in Consiglio regionale la polemica sul festival “Samsara – Il ciclo delle idee” a Carmagnola: da AVS nuove accuse a Marrone sull’uso dei fondi del Welfare.

Non si placa, e sbarca anche in Consiglio regionale, la polemica attorno a “Samsara – Il ciclo delle idee”, il festival culturale finanziato con 100 mila euro di fondi regionali per le Politiche sociali e ospitato a Carmagnola a fine giugno.
Dopo le critiche mosse dal centrosinistra locale –che ha parlato di “naufragio annunciato” e partecipazione “inadeguata rispetto ai soldi spesi”– la questione è approdata nuovamente sui banchi di Palazzo Lascaris, dove la discussione ha assunto toni sempre più accesi.
Le opposizioni –in particolare Alleanza Verdi Sinistra (AVS)– hanno duramente attaccato l’assessore Maurizio Marrone, accusandolo di “uso improprio dei fondi del welfare”: «Non sono un pozzo da cui attingere per la propria propaganda anziché aiutare chi è in difficoltà».
Al centro della contestazione, un emendamento all’ultima legge omnibus, bocciato dalla maggioranza di centrodestra, che avrebbe vincolato i finanziamenti a progetti “realmente attinenti ai servizi sociali”.
«I cittadini e le cittadine piemontesi sono tutt’altro che sprovveduti e vedono servizi sociali essenziali che mancano e per i quali si dichiara di non avere risorse, come per le persone non autosufficienti i cui diritti sono ignorati», hanno dichiarato le consigliere regionali di AVS -Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro.
Per poi affondare: «Marrone che non trova fondi per pagare le quote che spetterebbero loro di diritto e lascia famiglie in lista d’attesa ad indebitarsi per prendersi cura dei propri cari. Il Piemonte ha estremo ed urgente bisogno di politiche sociali serie, non di festival di partito come Samsara».
Ravinale, Cera e Marro hanno concluso il loro intervento in aula annunciando che continueranno a chiedere trasparenza e a vigilare sull’uso dei fondi.
Lo scontro in Consiglio regionale si collega direttamente anche alle polemiche già esplose a Carmagnola nei giorni del festival, con un sit-in di protesta i cui partecipanti criticavano lo stanziamento di 100 mila euro per l’evento a fronte di tagli a diversi servizi sociali: dal centro diurno alle ore di mediazione culturale, passando per le difficoltà dell’Auser e del Consorzio socio-assistenziale CISA31. «Grazie, Samsara!» recitavano ironicamente i manifesti esposti dai contestatori.