Sì al Mes: una raccolta firme a Carmagnola e dintorni

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Il Comitato Italia Viva del Chierese e del Carmagnolese promuove una raccolta firme per dire sì al MES e ne spiega le ragioni.

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Italia Viva del Carmagnolese avvia una raccolta firma per dire sì al MES subito

Il Comitato Italia Viva del Chierese e Carmagnolese si è reso promotore di una raccolta firme in tutto il territorio dell’Asl TO5 da presentare al presidente della Regione Piemonte, alla sindaca metropolitana di Torino e al presidente Anci Piemonte Andrea Corsaro affinché appoggino il “sì” immediato al MES (Meccanismo europeo di stabilità) e si rendano promotori in sede nazionale di questa volontà popolare.

Tra gli appuntamenti in calendario vi sono due punti informativi e di raccolta firme al mercato di Carmagnola, mercoledì 28 e sabato 31 ottobre 2020. Nelle settimane successive, la raccolta firme proseguirà anche in altri Comuni del Carmagnolese e del Chierese.

La situazione sanitaria, aggravata dalla pandemia, è diventata insostenibile sia per garantire la cura del Covid, sia per la cura e la prevenzione di tutte le altre malattie e patologie, anche oncologiche“, sottolineano i promotori dell’iniziativa Pier Antonio Pasquero e Federica Zamboni, rappresentanti del Comitato Italia Viva del Chierese e Carmagnolese.

Secondo gli esponenti del partito guidato da Matteo Renzi, il sì al Mes è necessario per svariate ragioni: “Per evitare che si debbano fare 10 ore di coda per sottoporsi a un tampone; per non dover rinunciare a curare persone o salvare vite per carenza personale sanitario; per non dover scegliere chi curare per mancanza di posti in terapia intensiva e sub intensiva; per fare in modo che i medici di famiglia e la medicina territoriale siano la prima linea di cura, evitando di intasare gli ospedali; per poter garantire una quarantena in strutture esterne alla famiglia ed evitare il contagio dei congiunti; per continuare a garantire le cure e la prevenzione di tutte le altre malattie e patologie anche oncologiche che a causa del Covid sono state rallentate o spesso sospese e che ad oggi registrano liste di attesa insostenibili; perché non si può pensare che una diagnosi preventiva di una malattia oncologica abbia tempi di attesa di svariati mesi; perché ci sia il personale specialistico per le mammografie; perché ormai l’accesso alle Rsa è di fatto impossibile; perché i vaccini antinfluenzali siano disponibili per tutti e nelle farmacie, per alleggerire la pressione sui pronto soccorso; perché non si debba far passare ore in piedi all’aperto per un semplice prelievo, anche a persone con difficoltà motorie; perché abbiamo una occasione unica di avere denaro da investire per avere finalmente una Sanità pubblica, moderna efficiente e di prima qualità. E, soprattutto, perché se lo avessimo chiesto a maggio, saremmo arrivati più preparati a ottobre!“.