Biodiversità: le associazioni ambientaliste contro la Regione Piemonte

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“Perché smembrare il Settore Biodiversità e Aree naturali regionale? Per gestirlo al meglio ci vuole una visione d’insieme”: questo l’appello che le principali associazioni ambientaliste piemontesi rivolgono alla Regione Piemonte, chiedendo un confronto sull’argomento.

biodiversità Regione Piemonte
Sette associazioni ambientali inviano alla Regione Piemonte un appello contro lo smembramento del Settore Biodiversità (foto: Antonios Ntoumas @ Pixabay)

Le sezioni piemontesi delle principali associazioni ambientali -Club Alpino Italiano, Italia Nostra, Legambiente, Lipu ODV, Mountain Wilderness, Pro Natura, WWF Oasi Aree protette- hanno firmato un appello, rivolto alla Regione Piemonte, contro lo smembramento del Settore Biodiversità e Aree naturali.

“Insistenti voci danno per scontato lo smembramento del Settore Biodiversità e Aree naturali regionale a favore di chissà quale beneficio. Perché smembrare un settore che, per gestirlo al meglio, ha bisogno di una visione d’insieme? Noi condividiamo pienamente la necessità di un unico riferimento regionale per avere indirizzi e verifiche per l’importante obiettivo del miglioramento e la salvaguardia della biodiversità”, fanno sapere le associazioni.

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Il Piemonte è la prima regione per diversità biologica a livello italiano, e ha sempre rappresentato un modello di corretta e sistematica gestione del sistema delle aree protette e della biodiversità. Inoltre, è stata la prima regione italiana a varare, nel 1975, la legge-quadro sui parchi e tra le prime ad individuare e classificare, nel 1995, i siti della Rete Natura 2000.

Purtroppo, il cambiamento climatico mostra oggi trend decisamente più marcati rispetto alla media globale, in particolare alle alte quote.

La Strategia dell’UE sulla biodiversità ha l’obiettivo di garantire, entro il 2050, che tutti gli ecosistemi del territorio siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti. Lo strumento è la costituzione di una rete naturalistica transeuropea effettivamente coerente, entro il 2030. Impossibile sarà fronteggiare i cambiamenti climatici senza affrontare la perdita di biodiversità, e viceversa.

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Anche il Piano nazionale per la transizione ecologica mette in primo piano l’esigenza di salvaguardare la biodiversità e i servizi ecosistemici attraverso adeguate politiche di conservazione.

“La tutela della biodiversità e degli ecosistemi piemontesi ed il relativo contributo alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici dipendono fortemente dalle azioni assunte dall’amministrazione, oggi e nel futuro prossimo. Lo smembramento del settore regionale biodiversità e aree naturali andrebbe invece in direzione diametralmente opposta -affermano le Associazioni- Noi condividiamo pienamente la necessità di un unico riferimento regionale per avere indirizzi e verifiche per l’importante obiettivo del miglioramento e la salvaguardia della biodiversità.

La Legge Regionale 19/2009 stabilisce che la Regione riconosce l’importanza dell‘ambiente naturale in quanto valore universale attuale e per le generazioni future e definisce le modalità per la conservazione della biodiversità e per la gestione e per la promozione dei territori facenti parte della rete ecologica regionale.

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Sempre dal sito della Regione Piemonte si legge che la biodiversità è un elemento fondamentale per la salute del Pianeta ed è frutto di una lenta evoluzione che ha permesso alla vita di adattarsi alle più diverse condizioni ambientali.

Crediamo sia necessaria un’attenta riflessione in merito alle ipotizzate variazioni nell’organizzazione del Settore che garantisce alla Regione Piemonte di perseguire gli obiettivi imposti dall’UE e dal Ministero della Transizione Ecologica, a seguito della estrema criticità della situazione ambientale attuale -dichiarano i rappresentanti delle Associazioni- Fondamentale risulta infatti un’organizzazione centrale che consenta ai diversi Enti di gestione delle aree protette e dei Siti Natura 2000 di lavorare in modo coordinato ed efficace nella loro tutela, sfruttando al meglio le opportunità economiche offerte per le comunità locali dai diversi strumenti di finanziamento europei”.

Giorgio Prino eletto alla guida di Legambiente Piemonte