“Io resto a casa”, l’instant-doc del regista Paolo Casalis

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Il regista Paolo Casalis presenta “Io resto a casa”, documentario dedicato ai giorni di isolamento forzato dovuto all’espandersi della pandemia di Coronavirus Covid-19. Metà dei proventi andranno a favore dei reparti di terapia intensiva degli ospedali di Alba e Bra.

Io resto a Casa Paolo Casalis
La locandina di “Io resto a casa”, l’instant-doc di Paolo Casalis dedicato alla quarantena per il Coronavirus

La mattina del 10 marzo, come tutti gli italiani, mi sono risvegliato ‘in quarantena’. Di fronte a un evento epocale, il primo istinto di un documentarista è quello di raccontare la realtà, di provare a imprimerla sulla pellicola. Ma come fare, quando non è possibile allontanarsi da casa, quando non si possono realizzare interviste o incontri di alcun tipo?“.

Così il regista Paolo Casalis, oggi residente a Bra ma molto noto anche nel Carmagnolese, dove ha vissuto diversi anni, spiega la nascita di “Io resto a casa”, il suo Instant-Doc dedicato ai giorni di isolamento forzato dovuto all’espandersi della pandemia di Coronavirus Covid-19.
Si tratta di un film realizzato senza mai lasciare le quattro mura della mia abitazione privata -prosegue il Casalis- Chissà, forse il primo in assoluto, anche se sarebbe un triste primato“.

Il racconto della quarantena COVID-19 -fatto di paura e di angoscia, ma anche di divertimento, ozio e noia- è affidato a cinque Youtuber.
Sì, proprio quegli Youtuber cui solitamente si associano solo le recensioni dei videogames, i consigli per il trucco e altre inutili facezie e che in questi giorni, con i loro Vlog quotidiani, producono “dal basso” il principale e più affidabile racconto per immagini del nostro Paese -commenta il regista- Quello che emerge è un racconto in cui si riflettono i sentimenti, le speranze, le paure di tutti gli italiani, pervaso da quell’istinto vitale che ci fa comunque andare avanti, nonostante tutto“.

A comporre il mosaico di 14 giorni lunghi, inediti e comunque memorabili, concorrono anche decine di filmati e di fotografie condivise sui social in ogni parte d’Italia, dai canti sul balconi per esorcizzare la paura ai selfie del personale ospedaliero, fino alla tragica lettura delle pagine dei necrologi nella provincia di Bergamo.

Questa la sinossi completa di “Io resto a casa”:
Il termine “quarantena” deriva dai 40 giorni di isolamento cui venivano sottoposte le navi provenienti da zone colpite dalla peste nel XIV secolo.
Il 30 Gennaio 2020 l’OMS ha indicato in 14 i giorni di quarantena necessari per contenere la diffusione del nuovo Coronavirus. La mattina del 10 Marzo 2020 tutti gli italiani si sono risvegliati in quarantena.
Come Salgari scrisse della sua Malesia senza mai lasciare l’Italia, così in “Io resto a casa” ho raccontato i primi 14 giorni dall’entrata in vigore del Decreto del 10 Marzo 2020 senza mai lasciare le mura di casa.
Un film realizzato senza telecamere, interamente sul web, attraverso il racconto diretto di cinque Youtuber e decine di video e fotografie provenienti da ogni parte d’Italia e condivisi sui social.
Quattordici giorni di paure, speranze, entusiasmo, noia, normalità e straordinarietà.
Quattordici giorni che ricorderemo per sempre.

Il documentario “Io resto a casa” di Paolo Casalis è già disponibile online a partire da ieri, sabato 28 marzo, in streaming e download sul portale Vimeo. 



Il trailer di “Io resto a casa”

La metà dei proventi del film sarà destinato alla raccolta fondi #andràtuttobene per rafforzare la terapia intensiva e sub-intensiva degli ospedali di Alba e Bra.
Il 27 di ogni mese il portale ci invierà il rendiconto delle vendite sul suo portale, che noi renderemo noto sul nostro sito insieme alla prova dei bonifici effettuati“, spiegano da Produzioni Fuorifuoco, che ha realizzato l’instant-doc.

Paolo Casalis, classe 1977, è un regista, sceneggiatore e produttore italiano, con la passione per la bicicletta. Dopo aver vissuto parecchi anni a Carmagnola, oggi risiede a Bra.
Tra i suoi film, si ricordano “Not Just Football”, dedicato alla Nazionale dei rifugiati del Darfour; “Barolo Boys”, racconto dell’epopea del vino più famoso al mondo; “Vento”, viaggio in bicicletta lungo le rive del fiume Po; “Langhe Doc”, tre storie per raccontare il degrado culturale e paesaggistico dell’Italia; “L’ultimo chilometro”, dedicato al mondo del Ciclismo e “Il corridore”, realizzato insieme a Stefano Scarafia, per narrare le imprese sportive (e non solo) di Marco Olmo, leggenda vivente dell’ultra-trail.