Lingua Blu: un caso a Carmagnola «ma nessun allarmismo»

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L’assessore all’agricoltura Roberto Gerbino informa che è stato riscontrato un caso di “Lingua Blu” in un allevamento di Carmagnola: «episodio già isolato, l’Asl TO5 ha effettuato tutti i controlli previsti».

lingua blu carmagnola
Un episodio di febbre catarrale ovina (detta Blue Tongue o Lingua Blu) è stato registrato nel Distretto di Carmagnola: subito prese tutte le misure di prevenzione e santificazione previste [immagine di repertorio – foto @ Pixnio]
Nel Distretto dell’Asl TO5 di Carmagnola c’è un caso di “Lingua Blu” -dall’inglese Blue Tongue, o febbre catarrale degli ovini– che ha colpito un allevamento del territorio, facendo subito scattare il protocollo sanitario previsto dall’Azienda sanitaria e dalla Regione.

A confermare la notizia è l’assessore all’agricoltura, Roberto Gerbino, stimolato da un’interpellanza in Consiglio comunale presentata dal gruppo di Azione, che non è però stata discussa a causa dell’assenza (giustificata) da parte del capogruppo Roberto Frappampina.

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Vi siete coordinati con la Regione per contrastare questo caso di Lingua Blu?
Ogni iniziativa su aspetti di Sanità pubblica veterinaria inerenti la “Blue Tongue” è stata condivisa tra l’Amministrazione Comunale di Carmagnola, la Struttura di Sanità Animale dell’Asl e il Servizio di Prevenzione e Veterinaria della Regione Piemonte, proprio per evitare iniziative autonome e agire in modo coordinato.

Quali altri provvedimenti sono stati intrapresi per evitare il diffondersi dell’infezione?
Per monitorare e controllare eventuali altri focolai sul territorio carmagnolese sono state effettuate visite cliniche da parte dei veterinari dell’Asl TO5 su un campione statisticamente significativo di allevamenti ovini, come previsto dalla normativa, ricadenti in un raggio di 20 chilometri dal focolaio confermato.
Inoltre, trattandosi appunto di infezione portata da una zanzara che muore al di sotto dei 16 gradi di temperatura, entro poche settimane le condizioni climatiche dovrebbero contrastarne naturalmente la diffusione.

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Si ricorda –come specifica l’EFSA sul proprio sito ufficiale– che la febbre catarrale degli ovini non è trasmissibile all’uomo, anche se può causare notevoli danni al bestiame.

Si tratta di una malattia virale che colpisce ruminanti domestici e selvatici come pecore, capre, bovini e cervidi. Viene trasmessa agli animali tramite le punture di alcuni moscerini del genere Culicoides. Attualmente sono noti 26 sierotipi del virus, con diversi tassi di virulenza e mortalità.

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