Aperte le osservazioni al nuovo Piano regolatore di Carmagnola

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Fino al 15 febbraio è possibile presentare le osservazioni alla proposta tecnica del nuovo Piano regolatore del Comune di Carmagnola, il cui progetto preliminare è stato approvato a dicembre dal Consiglio comunale.

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Il nuovo Piano regolatore di Carmagnola definirà lo sviluppo della città nei decenni a venire [immagine di repertorio – fonte: catalogo generale dei beni culturali]
È aperta fino al 15 febbraio 2024 la possibilità di presentare osservazioni alla proposta di variante generale di revisione del Piano regolatore del Comune di Carmagnola, come previsto dalla legge nel processo di rinnovo dello strumento urbanistico che regola il futuro sviluppo della città.

Sul sito internet istituzionale è presente l’apposito modulo da compilare, che va poi inoltrato all’Ufficio Protocollo o all’indirizzo protocollo.carmagnola@cert.legalmail.it tramite posta elettronica certificata (PEC). Il progetto è anche visionabile all’Ufficio Urbanistica, previo appuntamento ai numeri 011-9724273 o 011-9724256, in orario lavorativo.

Nuovo piano regolatore di Carmagnola: via libera al primo progetto

Il preliminare del nuovo Piano regolatore carmagnolese è stato approvato dal Consiglio comunale il mese scorso, nella seduta pre natalizia, con il voto di tutta la Maggioranza e l’astensione del centro-sinistra.

È stato il frutto di circa sei anni di lavoro tecnico e politico («e grazie anche alla continuità amministrativa che gli elettori hanno garantito a questa Amministrazione», ha sottolineato il sindaco Ivana Gaveglio).

Cosa potrà cambiare a Carmagnola per traffico e viabilità con il nuovo piano regolatore?

Si tratta di un disegno urbanistico che punta all’espansione delle attività produttive e prevede una crescita di popolazione stimata in circa 4200 abitanti, da ottenersi principalmente tramite il recupero di aree dismesse e la “rigenerazione” urbana.

Importanti anche le possibili ricadute per quanto riguarda la viabilità, con potenziamento della mobilità dolce, e la nascita di boschi di quartiere, oltre a scommettere ancora sulla vocazione commerciale e agricola del territorio.

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