San Lorenzo, Uberti: “Guardiamo avanti”

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Massimo Uberti
Massimo Uberti

«L’ospedale San Lorenzo sarà valorizzato per le sue sale operatorie e per la struttura di recente costruzione, pur restando all’interno di quanto previsto dalla programmazione regionale». Così esordisce Massimo Uberti, neodirettore generale dell’Asl TO5, subito alle prese con la definizione delle specialità ancora da assegnare a ciascun ospedale e soprattutto con la “patata bollente” delle sale operatorie chiuse al Santa Croce di Moncalieri a causa di urgenti lavori di ristrutturazione.
«Seppur nella difficoltà del momento, vorrei vedere il bicchiere mezzo pieno: la chiusura del blocco operatorio moncalierese ci deve permettere di superare le logiche di rivalità territoriali a vantaggio di una migliore erogazione dei servizi –prosegue Uberti- La destinazione della struttura carmagnolese resta quella di un ospedale di territorio; Moncalieri e Chieri -sedi di Dea di primo livello- saranno i riferimenti principali dell’Asl, in quanto raccolgono il maggior numero delle specialità. Dopo la ristrutturazione delle sale operatorie al Santa Croce, terremo gli interventi di alta specialità su Moncalieri mentre altri interventi di chirurgia programmata verranno effettuati al San Lorenzo. E’ interesse di tutti -mio, dell’organizzazione sanitaria, delle amministrazioni locali e ancor più di tutti i cittadini- valorizzare ciò che di meglio possono fare le strutture dell’Asl, ognuna delle quali ha dei limiti ma anche delle grandi potenzialità».
Nel corso del Consiglio comunale aperto di febbraio,il consigliere Boeti (in rappresentanza della Giunta Regionale) aveva indicato nella figura del nuovo direttore generale colui il quale avrebbe dovuto assegnare ai vari presidi le specialità attribuite all’Asl e non ancora definite territorialmente.
Come intende muoversi in tal senso? Quali saranno assegnate al San Lorenzo?
«Preciso che quello del direttore generale è un ruolo tecnico ed è la rete regionale ospedaliera che assegna e definisce le specialità. Resta comunque nostra intenzione valorizzare e ottimizzare le potenzialità di tutte le strutture del territorio, nell’unica direzione di dare alla popolazione una migliore e più efficace risposta al bisogno di salute».
Il nosocomio carmagnolese dovrà rinunciare a qualche reparto oggi in funzione o perdere comunque ulteriori posti letto, come da più parti paventato nel corso degli ultimi mesi? Sono previsti potenziamenti, o riorganizzazioni, per il personale medico e paramedico all’interno dell’Asl e dell’ospedale di Carmagnola in particolare?
«Vale quanto detto in precedenza».
Ci sono possibilità che il punto nascite del San Lorenzo possa essere riaperto?
«La Delibera della Giunta regionale sulla rete ospedaliera non prevede un punto nascite a Carmagnola»
In generale che ruolo vede per l’Asl TO5 all’interno del sistema sanitario regionale?
«L’Asl TO5, come tutte le altre aziende sanitarie, sta vivendo il momento del passaggio del Piano di rientro
a cui è sottoposta la Regione. Un piano di rientro dal quale stiamo uscendo e questo ci deve dare fiducia per
il futuro».
Ci sono progetti che le stanno particolarmente a cuore per lo sviluppo della Sanità nell’area carmagnolese e della nostra Asl?
«Desidero che tutti possano collaborare per il mantenimento dell’attuale livello di erogazione dei servizi che ritengo essere, grazie anche alla professionalità del personale, di assoluta qualità».

Francesco Rasero