Teksid Carmagnola, i sindacati chiedono rassicurazioni per il futuro

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Con una lettera aperta all’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, i sindacati dello stabilimento Teksid di Carmagnola chiedono rassicurazioni per il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, in vista del passaggio ai motori elettrici e per l’impennata del costo delle materie prime.

futuro Teksid carmagnola
Preoccupazione per il futuro dei circa mille lavoratori dello stabilimento Teksid Aluminium di Carmagnola, la principale fabbrica del territorio: i sindacati hanno scritto al CEO di Stellantis, per chiedere rassicurazioni in merito al passaggio dai motori tradizionali a quelli elettrici.

Quale futuro per lo stabilimento Teksid Aluminium di Carmagnola? Con una lettera aperta -indirizzata all’amministratore delegato del gruppo Stellantis, Carlos Tavares– diverse sigle sindacali sollevano le principali questioni che preoccupano i lavoratori della fonderia carmagnolese, la più grande fabbrica cittadina per numero di occupati.

Se oggi il cielo sopra via Umberto II appare ancora sereno -con una prospettiva di tre anni di lavoro, grazie agli ordini ricevuti dal colosso del settore Automotive ex Fiat- possibili nubi si vedono all’orizzonte, legate soprattutto al fatto che oggi Carmagnola realizza componenti per i motori “tradizionali” (Diesel e benzina).

Al momento, infatti, lo stabilimento carmagnolese produce quasi esclusivamente teste cilindriche e basamenti per motori di tipo endotermico, che l’Unione Europea ha però messo al bando dal 2035 in quanto inquinanti.

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La produzione della Teksid Aluminum verrà convertita su nuove componentistiche per i nuovi modelli elettrici? -si chiedono le sigle sindacali firmatarie della lettera- Quali saranno le prospettive occupazionali? Che conseguenze ci saranno per il nostro territorio? Come verranno tutelate le aziende energivore come la nostra, visto che il costo delle materie prime come energia elettrica, metano e alluminio stanno aumentando in modo schizofrenico?“.

E proseguono: “Se nel breve tempo possiamo stare tranquilli, non abbiamo garanzie per gli anni che verranno: al momento in stabilimento si vedono solo dismissioni di macchinari, ma non si vede nulla a riguardo di nuove produzioni“.

I rappresentanti di operai e impiegati chiedono quindi risposte (e prospettive) al CEO di Stellantis, che nei prossimi giorni sarà a Torino e in Piemonte: “Vogliamo vedere un piano industriale che ci consideri e che permetta di non desertificare un territorio già provato dalla deindustrializzazione”.

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