Carmagnola ai tempi del Coronavirus, nelle parole di Giorgia

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In risposta alla nostra iniziativa “Carmagnola ai tempi del Coronavirus” abbiamo ricevuto un testo, inviatoci dalla lettrice Giorgia Becchis, dedicato alla “Mancanza” in tempi di Pandemia.

carmagnola ai tempi del coronavirus mancanze
In questo periodo di “mancanze” anche tre semplici tulipani, coltivati nel proprio giardino e inviati a casa della persona amata, possono significare tanto.

Nell’ambito della nostra iniziativa “Carmagnola ai tempi del Coronavirus” -con cui stiamo accompagnando le settimane di #Iorestoacasa chiedendo ai nostri lettori di raccontarci le piccole storie delle loro vite, nuove e diverse, a causa dell’emergenza sanitaria– vogliamo questa volta dare spazio a un testo, inviatoci dalla lettrice Giorgia Becchis.

Carmagnola ai tempi del Coronavirus: inviateci le vostre storie!

Una mia descrizione personale, che desidero inviarvi avendo preso atto della vostra bella iniziativa sull’esprimere vissuti e storie legate al periodo attuale“, ci ha scritto Giorgia.
Ecco il suo testo.

LA “MANCANZA” IN TEMPI DI PANDEMIA

PRIMAVERA 2020

MANCA un sorriso di un amico.

MANCA la pacca sulla spalla di una persona cara.

MANCA l’occhiolino strizzato di un’amica come a farti capire che la sta pensando come te.

MANCA il saluto dei nipoti, dei bambini che aspettano il ritorno degli zii/delle zie o dei genitori dal loro lavoro.

MANCA organizzare uscite, gite fuori porta, giochi coi bambini ed anche con adulti.

MANCA vedere le sorelle, i fratelli, i cugini e ridere di persona con tutti loro.

MANCA coccolare i bambini e prestare attenzione a chi si ama.

MANCA osservare l’amore incondizionato che governa il legame nonni-nipoti.

MANCANO cene, pranzi, feste, ricorrenze anche piccole usate come scusa per stare tutti insieme.

MANCANO le spese fatte al supermercato senza la mascherina che fa mancare quasi il respiro ed i guanti che fanno sudare le mani.

MANCA vedere infermieri e medici svolgere il loro lavoro in tranquillità.

MANCA il traffico di macchine che fa capire che il mondo è popolato di persone con storie diverse le une dalle altre.

MANCA vedere locali aperti al pubblico, che poi erano aperti ed operativi per lo svago di tutti.

MANCA vedere esercizi commerciali e fabbriche in attività perché fanno girare il motore del nostro sistema produttivo e permettono di vivere una vita dignitosa.

MANCA vedere la partita della squadra del cuore.

MANCA non poter vedere il proprio fidanzato o fidanzata perché non consentito per contenere i contagi del virus.

MANCA non poter dare un bacio sulla fronte in segno di protezione ed amore.

MANCA anche un’arrabbiatura con chi la pensa diversamente perché, in fondo si sa, lo scontro è anche motivo di crescita personale.

MANCA emanare e ricevere il calore umano, che solo due corpi vicini possono e sanno fare.

MANCA improvvisare, senza porsi limiti o restrizioni.

MANCA andare fare visita alle nostre persone care, parenti ed amici.

MANCA stringere la mano ad un’altra persona.

MANCA una sana camminata all’aria aperta, in solitudine o con chi amiamo, mentre il sole ci scalda e ci bacia.

MANCA un abbraccio, stretto, forte e sincero di chi ci conosce nel profondo.

MANCA una parola o frase di conforto detta dal vivo, non solo in videochiamata, al telefono o per messaggio su WhatsApp.

MANCA il cappuccino caldo quotidiano mentre si dà il buon giorno al mondo ed alle cameriere che son diventate anche un po’ nostre amiche.

MANCA trascorrere una bella giornata fuori sul terrazzo a chiacchierare con una cara zia anziana.

MANCA incontrare lo sguardo di uno sconosciuto che risponde con un cenno di sorriso.

MANCA la “pausa caffè” al lavoro per scambiare due parole distogliendo per un attimo l’attenzione dai problemi che ci affliggono.

MANCA fare visita ai parenti ed amici cari al cimitero.

MANCA dare l’ultimo saluto a coloro che in questo drammatico periodo vengono a mancare.

MANCA poter guidare e decidere senza troppo preavviso cosa fare, dove l’auto ci porterà.

MANCA acquistare un regalo per noi stessi o per chi amiamo.

MANCA acquistare tutte le uova di Pasqua per i bambini (e non solo).

MANCA poter dire agli altri “io sono qui” perche’ lo si è davvero, fisicamente.

MANCA svegliarsi al mattino pensando di fare la doccia per scappare al lavoro, nonostante non sia quello che prediligiamo.

MANCA chiamare a casa mentre si è in giro e chiedere “Ma’, hai bisogno di qualcosa?”

MANCA andare al cinema, entrare in libreria, scambiare due parole.

MANCA addirittura discutere “vis a vis’ perché la discussione è costruttiva nei rapporti umani.

MANCA ammirare le nostre splendide montagne su di una panchina, in un parco, all’aperto.

MANCA organizzare una colazione o un aperitivo.

MANCA la presenza fisica ed il contatto.

MANCA vedere negli occhi le persone che fanno parte della nostra vita, senza rispettare il canonico (almeno) metro di distanza.

MANCA la serenità quotidiana seppur a volte frenetica perché troppo concentrati su ciò che si percepiva mancante.

MANCA ritenersi fortunati perché si gode di buona salute. Si era sempre tanto, forse troppo, impegnati nel produrre, nel fare più soldi e magari nel fare lo “sgambetto” a qualcuno calpestando anche il valori ed i principi che si professavano.

MANCA conoscere qualche persona non propriamente corretta per capire che non si vuole essere come lei.

MANCA LA LIBERTA’: la libertà di uscire, di fare, di decidere, di vivere dignitosamente.

Di questi tempi a ciascuno di noi MANCA ciò di cui non ci si rendeva conto, ritenuto scontato e “normale”. NOI, spesso abituati a passare il tempo a lamentarci per ciò che volevamo avere senza vedere che avevamo già tanto.

MANCAVI tu, maledetto virus! Tu che ci rendessi consapevoli di quanta bellezza c’è nella vita di tutti i giorni.
MANCAVI tu a far riflettere su quanto siamo FORTUNATI, che è molto di più di quanto le nostre menti ammettano.

Giorgia Becchis
Una cittadina nostalgica dei “Bei Tempi”, che torneranno